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30/04/15

Le torri saracene di Forio

TorrioneTorre di ScaroTorre della SpiaggiaTorre Quattrocchi;Torre Casa PatalanoTorre CostantinaTorre di CiglianoTorre del CiercoTorre di MiloneToroneTorre di NaceraTorre di BaiolaTorre di Casa D’AsciaTorre della Cornacchia. Queste le torri di Forio “la Turrita”, il comune dell’isola d’Ischia con il maggior numero di “osservazioni fortificate” per difendersi dagli assalti dei temibili saraceni.

Le torri saracene di Forio
Il nucleo originario di queste torri di avvistamento e difesa a vista per gruppi di due (da ogni torre era possibile scrutare il mare e le due adiacenti) era composto sicuramente da quelle a pianta circolare – il Torrione, il Torone, la Torre Costantina, la Torre del Cierco – con l’aggiunta successiva di quelle a pianta quadrangolare. Infatti, nonostante siano state tutte ultimate tra la metà e la fine del XVI secolo, quelle a pianta circolare sono di più antica costruzione, realizzate in parte già durante il periodo angioino, nel XIII secolo.

Le torri saracene di Forio
La diversa architettura di queste fortezze è storicamente riconducibile all’evoluzione delle tecniche di costruzione dagli angioini agli aragonesi, con la prevalenza accordata nel tempo a edifici più bassi e con murature più spesse sul lato esterno, nel caso ci si fosse dovuti difendere dal fuoco dell’artiglieria nemica proveniente da mare.

Le torri saracene di Forio
Le torri costiere non sono una prerogativa della sola Forio, sull’isola d’Ischia ce n’erano altre – a partire proprio da quel CastelloAragonese che è il simbolo indiscusso della più grande delle isole flegree, senza dimenticare quelle andate distrutte come la Torre che svettava sull’isolotto tufaceo di Sant’Angelo – e tuttavia, gli esiti architettonici ed estetici che la costruzione di queste fortezze ha avuto in questo comune non sono altrove riscontrabili. Soprattutto per l’importanza che ciascuna di esse ha avuto sullo sviluppo urbanistico dei villaggi circostanti e quindi sull’intero centro storico.

Le torri saracene di Forio
Chi visita per la prima volta il comune di Forio non rimane certo indifferente di fronte all’intricato e assai caratteristico dedalo di vicoli che disegna il centro storico. Memoria urbana di secoli segnati in profondità dalla paura delle scorrerie saracene a cui si cercava di porre un argine con un sistema viario complesso che favorisse la fuga dei locali sfruttando l’iniziale spaesamento degli invasori.

Le torri saracene di Forio
Precauzioni che non furono sufficienti a fermare la furia del terribile rais Dragut che assaltò le coste di Forio e dell’isolad’Ischia una prima volta nell’agosto del 1548 e una seconda, quattro anni dopo, nel 1552.

Le torri saracene di Forio
Così ne scrive lo storico locale Giuseppe D’Ascia nella monumentale Storia dell’isola d’Ischia del 1867:
“Dragut sangiaco di Montesce, denominato dagli storici turchi Targhut, nato pure da genitori cristiani in Anatolia, or da solo, or col gran visir corseggiando, qual degno discepolo del Barbarossa principiò ad infestare il Mediterraneo nel 1546.

[...] nel dì 12 agosto 1548, giorno di domenica, di buon mattino sbarcava a Castellammare di Stabia e proprio ove dicesi il Quartuccio, facea prigionieri circa ottanta persone di ogni età e sesso: fra gli altri una bellissima donzella.


Indi ritiratosi con quella preda nello stretto fra Procida ed Ischia, di tutto fece ricatto, riserbandosi la fanciulla, che volle ritener per sé.

In questo mentre facea altri sbarchi in Ischia, e predava altri poveri ed infelici isolani; de’ quali, chi potette esser riscattato fu liberato, e coloro che difettavano di mezzi vennero condotti schiavi in Africa.
Le torri saracene di Forio
[...] Fino al 1550 niun freno i barbareschi avevano incontrato, ma d’allora risvegliossi Carlo V ed a frenar li spedì D. Garzia figlio di D. Pietro di Toledo alla testa di un esercito di spagnuoli, fiorentini, romani, cavalieri di Malta, genovesi e napoletani.

[...] (Anno 1552). Nel mese di luglio dell’anno appresso la flotta turca comparve in Sicilia; indi venne innanzi Napoli ed infestò quei contorni. Fecero i corsari con Dragut loro capitano uno sbarco ad Ischia e le diedero il sacco, ripetettero le stesse bravure in Procida, indi si andarono ad ancorare nell’isola di Ponza.

Dopo la morte di Dragut nel 1565 [corsivo nostro] la pirateria purtuttavia seguitò ad infestare queste spiagge che Dio avea creato ridenti ed amenissime e gli uomini ridussero squallide e deserte. Per sfuggire alle incursioni gli atterriti abitanti dell’isola d’Ischia, si ricoveravano, all’apparir delle vele nemiche, e nel castello, e nelle torri, e nei nascondigli impraticabili sul versante dell’Epomeo.

[...] In ForioLaccoPanzaTestaccio ed altri punti un pò discosti dal Monte Epomeo, e dalla Cittadella (Castello Aragonese), gli abitanti, esposti i primi a tali incursioni, perché i menzionati punti prossimi alle spiagge si trovavano, si rinserravano nelle torri che all’uopo erano quivi state erette; quali torri sono rimaste a monumento della storia, chi smantellata, chi accomodata a dimora particolare.

Di esse la maggior parte furono erette col prodotto delle gabelle della Dogana istallata da Alfonso I°.
Le torri saracene di Forio
Dai merli di queste torri, e dalle bertesche, si difendevano disperatamente gli abitanti, quando venivano assaliti, spiegando quel coraggio che inspira il gran pericolo. Tutto era arma di difesa per essi; acqua bollente, pietre, macigni, e quando questi mezzi erano esauriti, le masserizie riposte in quei ridotti, tutti erano versati su gli assalitori, che tante volte erano astretti ad allontanarsi feriti, pesti e malconci”.

Oggi che queste torri – parafrasando il D’Ascia -  sono rimaste a “monumento della storia“, accomodate a dimora privata con la sola eccezione del Torrione eletto a museo civico del comune di Forio, restano la bellezza del centro storico di questo paese adagiato sulla costa ovest dell’isola e la curiosità intellettuale per anni difficili e violenti in cui la popolazione dell’isola d’Ischia si difendeva con onore, con “quel coraggio – seguendo sempre il D’Ascia – che solo ispira il gran pericolo” e che ancora oggi è uno dei tratti caratteriali più evidenti del fiero popolo ischitano.

16/05/14

Le torri saracene di Forio

TorrioneTorre di ScaroTorre della SpiaggiaTorre Quattrocchi;Torre Casa PatalanoTorre CostantinaTorre di CiglianoTorre del CiercoTorre di MiloneToroneTorre di NaceraTorre di BaiolaTorre di Casa D’AsciaTorre della Cornacchia. Queste le torri di Forio “la Turrita”, il comune dell’isola d’Ischia con il maggior numero di “osservazioni fortificate” per difendersi dagli assalti dei temibili saraceni.

Le torri saracene di Forio
Il nucleo originario di queste torri di avvistamento e difesa a vista per gruppi di due (da ogni torre era possibile scrutare il mare e le due adiacenti) era composto sicuramente da quelle a pianta circolare – il Torrione, il Torone, la Torre Costantina, la Torre del Cierco – con l’aggiunta successiva di quelle a pianta quadrangolare. Infatti, nonostante siano state tutte ultimate tra la metà e la fine del XVI secolo, quelle a pianta circolare sono di più antica costruzione, realizzate in parte già durante il periodo angioino, nel XIII secolo.

Le torri saracene di Forio
La diversa architettura di queste fortezze è storicamente riconducibile all’evoluzione delle tecniche di costruzione dagli angioini agli aragonesi, con la prevalenza accordata nel tempo a edifici più bassi e con murature più spesse sul lato esterno, nel caso ci si fosse dovuti difendere dal fuoco dell’artiglieria nemica proveniente da mare.

Le torri saracene di Forio
Le torri costiere non sono una prerogativa della sola Forio, sull’isola d’Ischia ce n’erano altre – a partire proprio da quel CastelloAragonese che è il simbolo indiscusso della più grande delle isole flegree, senza dimenticare quelle andate distrutte come la Torre che svettava sull’isolotto tufaceo di Sant’Angelo – e tuttavia, gli esiti architettonici ed estetici che la costruzione di queste fortezze ha avuto in questo comune non sono altrove riscontrabili. Soprattutto per l’importanza che ciascuna di esse ha avuto sullo sviluppo urbanistico dei villaggi circostanti e quindi sull’intero centro storico.

Le torri saracene di Forio
Chi visita per la prima volta il comune di Forio non rimane certo indifferente di fronte all’intricato e assai caratteristico dedalo di vicoli che disegna il centro storico. Memoria urbana di secoli segnati in profondità dalla paura delle scorrerie saracene a cui si cercava di porre un argine con un sistema viario complesso che favorisse la fuga dei locali sfruttando l’iniziale spaesamento degli invasori.

Le torri saracene di Forio
Precauzioni che non furono sufficienti a fermare la furia del terribile rais Dragut che assaltò le coste di Forio e dell’isolad’Ischia una prima volta nell’agosto del 1548 e una seconda, quattro anni dopo, nel 1552.

Le torri saracene di Forio
Così ne scrive lo storico locale Giuseppe D’Ascia nella monumentale Storia dell’isola d’Ischia del 1867:
“Dragut sangiaco di Montesce, denominato dagli storici turchi Targhut, nato pure da genitori cristiani in Anatolia, or da solo, or col gran visir corseggiando, qual degno discepolo del Barbarossa principiò ad infestare il Mediterraneo nel 1546.

[...] nel dì 12 agosto 1548, giorno di domenica, di buon mattino sbarcava a Castellammare di Stabia e proprio ove dicesi il Quartuccio, facea prigionieri circa ottanta persone di ogni età e sesso: fra gli altri una bellissima donzella.


Indi ritiratosi con quella preda nello stretto fra Procida ed Ischia, di tutto fece ricatto, riserbandosi la fanciulla, che volle ritener per sé.

In questo mentre facea altri sbarchi in Ischia, e predava altri poveri ed infelici isolani; de’ quali, chi potette esser riscattato fu liberato, e coloro che difettavano di mezzi vennero condotti schiavi in Africa.
Le torri saracene di Forio
[...] Fino al 1550 niun freno i barbareschi avevano incontrato, ma d’allora risvegliossi Carlo V ed a frenar li spedì D. Garzia figlio di D. Pietro di Toledo alla testa di un esercito di spagnuoli, fiorentini, romani, cavalieri di Malta, genovesi e napoletani.

[...] (Anno 1552). Nel mese di luglio dell’anno appresso la flotta turca comparve in Sicilia; indi venne innanzi Napoli ed infestò quei contorni. Fecero i corsari con Dragut loro capitano uno sbarco ad Ischia e le diedero il sacco, ripetettero le stesse bravure in Procida, indi si andarono ad ancorare nell’isola di Ponza.

Dopo la morte di Dragut nel 1565 [corsivo nostro] la pirateria purtuttavia seguitò ad infestare queste spiagge che Dio avea creato ridenti ed amenissime e gli uomini ridussero squallide e deserte. Per sfuggire alle incursioni gli atterriti abitanti dell’isola d’Ischia, si ricoveravano, all’apparir delle vele nemiche, e nel castello, e nelle torri, e nei nascondigli impraticabili sul versante dell’Epomeo.

[...] In ForioLaccoPanzaTestaccio ed altri punti un pò discosti dal Monte Epomeo, e dalla Cittadella (Castello Aragonese), gli abitanti, esposti i primi a tali incursioni, perché i menzionati punti prossimi alle spiagge si trovavano, si rinserravano nelle torri che all’uopo erano quivi state erette; quali torri sono rimaste a monumento della storia, chi smantellata, chi accomodata a dimora particolare.

Di esse la maggior parte furono erette col prodotto delle gabelle della Dogana istallata da Alfonso I°.
Le torri saracene di Forio
Dai merli di queste torri, e dalle bertesche, si difendevano disperatamente gli abitanti, quando venivano assaliti, spiegando quel coraggio che inspira il gran pericolo. Tutto era arma di difesa per essi; acqua bollente, pietre, macigni, e quando questi mezzi erano esauriti, le masserizie riposte in quei ridotti, tutti erano versati su gli assalitori, che tante volte erano astretti ad allontanarsi feriti, pesti e malconci”.

Oggi che queste torri – parafrasando il D’Ascia -  sono rimaste a “monumento della storia“, accomodate a dimora privata con la sola eccezione del Torrione eletto a museo civico del comune di Forio, restano la bellezza del centro storico di questo paese adagiato sulla costa ovest dell’isola e la curiosità intellettuale per anni difficili e violenti in cui la popolazione dell’isola d’Ischia si difendeva con onore, con “quel coraggio – seguendo sempre il D’Ascia – che solo ispira il gran pericolo” e che ancora oggi è uno dei tratti caratteriali più evidenti del fiero popolo ischitano.

16/04/14

Le spiagge di Ischia

Siete ad Ischia e non sapete dove andare al mare? Impossibile, o meglio è possibile che si rimanga spaesati davanti alle molte opzioni a disposizione. Ogni comune ha i suoi lidi attrezzati e i suoi tratti di spiaggia pubblica, per non dire di alternative più spartane, ma di grande fascino, come le tante cale naturali rocciose che si incontrano lungo il periplo dell’isola.

Mappa delle Spiagge di Ischia
La spiaggia più grande è quella dei Maronti, nel comune di Barano d’Ischia, anche se l’ultimo tratto dell’arenile sconfina nel borgo di Sant’Angelo (Serrara Fontana), mentre è Forio il comune con il litorale più grande e quindi il maggior numero di arenili.

Spiaggia dei Maronti

Segnaliamo San Francesco di Paola, protetta dal promontorio di Punta Caruso; la Chiaia, particolarmente adatta alle famiglie con bambini per via dei suoi fondali bassi e riparati da scogliere; la spiaggia di Cava dell’Isola, l’unica ad essere completamente libera e, da sempre, meta preferita dei giovani. Ultima, ma solo per ragioni espositive, la spiaggia di Citara, dove sorge, tra l’altro, il rinomatissimo parco termale dei Poseidon.

Spiaggia di Citara

Ischia c’è un intero tratto di costa conosciuto con il topos generico di Lido che va dal Porto fin quasi aIschia Ponte, mentre dirigendosi verso Casamicciola Terme, in località Sant’Alessandro, c’è l’appartata Spiaggia degli Inglesi.


Casamicciola invece ha spiagge più piccole, tutte di strada lungo la litoranea che arriva a Lacco Ameno, anche se il comune ha pensato bene da qualche anno di integrare l’offerta con piattaforme mobili attrezzate.

Spiaggia di Cava Grado

Lacco Ameno infine è famosa per la suggestiva spiaggia di San Montano, di cui in verità un tratto di spiaggia, quella libera, fa parte amministrativamente del comune di Forio.

04/09/13

Le torri saracene di Forio

TorrioneTorre di ScaroTorre della SpiaggiaTorre Quattrocchi;Torre Casa PatalanoTorre CostantinaTorre di CiglianoTorre del CiercoTorre di MiloneToroneTorre di NaceraTorre di BaiolaTorre di Casa D’AsciaTorre della Cornacchia. Queste le torri di Forio “la Turrita”, il comune dell’isola d’Ischia con il maggior numero di “osservazioni fortificate” per difendersi dagli assalti dei temibili saraceni.

Le torri saracene di Forio
Il nucleo originario di queste torri di avvistamento e difesa a vista per gruppi di due (da ogni torre era possibile scrutare il mare e le due adiacenti) era composto sicuramente da quelle a pianta circolare – il Torrione, il Torone, la Torre Costantina, la Torre del Cierco – con l’aggiunta successiva di quelle a pianta quadrangolare. Infatti, nonostante siano state tutte ultimate tra la metà e la fine del XVI secolo, quelle a pianta circolare sono di più antica costruzione, realizzate in parte già durante il periodo angioino, nel XIII secolo.

Le torri saracene di Forio
La diversa architettura di queste fortezze è storicamente riconducibile all’evoluzione delle tecniche di costruzione dagli angioini agli aragonesi, con la prevalenza accordata nel tempo a edifici più bassi e con murature più spesse sul lato esterno, nel caso ci si fosse dovuti difendere dal fuoco dell’artiglieria nemica proveniente da mare.

Le torri saracene di Forio
Le torri costiere non sono una prerogativa della sola Forio, sull’isola d’Ischia ce n’erano altre – a partire proprio da quel CastelloAragonese che è il simbolo indiscusso della più grande delle isole flegree, senza dimenticare quelle andate distrutte come la Torre che svettava sull’isolotto tufaceo di Sant’Angelo – e tuttavia, gli esiti architettonici ed estetici che la costruzione di queste fortezze ha avuto in questo comune non sono altrove riscontrabili. Soprattutto per l’importanza che ciascuna di esse ha avuto sullo sviluppo urbanistico dei villaggi circostanti e quindi sull’intero centro storico.

Le torri saracene di Forio
Chi visita per la prima volta il comune di Forio non rimane certo indifferente di fronte all’intricato e assai caratteristico dedalo di vicoli che disegna il centro storico. Memoria urbana di secoli segnati in profondità dalla paura delle scorrerie saracene a cui si cercava di porre un argine con un sistema viario complesso che favorisse la fuga dei locali sfruttando l’iniziale spaesamento degli invasori.

Le torri saracene di Forio
Precauzioni che non furono sufficienti a fermare la furia del terribile rais Dragut che assaltò le coste di Forio e dell’isolad’Ischia una prima volta nell’agosto del 1548 e una seconda, quattro anni dopo, nel 1552.

Le torri saracene di Forio
Così ne scrive lo storico locale Giuseppe D’Ascia nella monumentale Storia dell’isola d’Ischia del 1867:
“Dragut sangiaco di Montesce, denominato dagli storici turchi Targhut, nato pure da genitori cristiani in Anatolia, or da solo, or col gran visir corseggiando, qual degno discepolo del Barbarossa principiò ad infestare il Mediterraneo nel 1546.

[...] nel dì 12 agosto 1548, giorno di domenica, di buon mattino sbarcava a Castellammare di Stabia e proprio ove dicesi il Quartuccio, facea prigionieri circa ottanta persone di ogni età e sesso: fra gli altri una bellissima donzella.


Indi ritiratosi con quella preda nello stretto fra Procida ed Ischia, di tutto fece ricatto, riserbandosi la fanciulla, che volle ritener per sé.

In questo mentre facea altri sbarchi in Ischia, e predava altri poveri ed infelici isolani; de’ quali, chi potette esser riscattato fu liberato, e coloro che difettavano di mezzi vennero condotti schiavi in Africa.
Le torri saracene di Forio
[...] Fino al 1550 niun freno i barbareschi avevano incontrato, ma d’allora risvegliossi Carlo V ed a frenar li spedì D. Garzia figlio di D. Pietro di Toledo alla testa di un esercito di spagnuoli, fiorentini, romani, cavalieri di Malta, genovesi e napoletani.

[...] (Anno 1552). Nel mese di luglio dell’anno appresso la flotta turca comparve in Sicilia; indi venne innanzi Napoli ed infestò quei contorni. Fecero i corsari con Dragut loro capitano uno sbarco ad Ischia e le diedero il sacco, ripetettero le stesse bravure in Procida, indi si andarono ad ancorare nell’isola di Ponza.

Dopo la morte di Dragut nel 1565 [corsivo nostro] la pirateria purtuttavia seguitò ad infestare queste spiagge che Dio avea creato ridenti ed amenissime e gli uomini ridussero squallide e deserte. Per sfuggire alle incursioni gli atterriti abitanti dell’isola d’Ischia, si ricoveravano, all’apparir delle vele nemiche, e nel castello, e nelle torri, e nei nascondigli impraticabili sul versante dell’Epomeo.

[...] In Forio, Lacco, Panza, Testaccio ed altri punti un pò discosti dal Monte Epomeo, e dalla Cittadella (Castello Aragonese), gli abitanti, esposti i primi a tali incursioni, perché i menzionati punti prossimi alle spiagge si trovavano, si rinserravano nelle torri che all’uopo erano quivi state erette; quali torri sono rimaste a monumento della storia, chi smantellata, chi accomodata a dimora particolare.

Di esse la maggior parte furono erette col prodotto delle gabelle della Dogana istallata da Alfonso I°.
Le torri saracene di Forio
Dai merli di queste torri, e dalle bertesche, si difendevano disperatamente gli abitanti, quando venivano assaliti, spiegando quel coraggio che inspira il gran pericolo. Tutto era arma di difesa per essi; acqua bollente, pietre, macigni, e quando questi mezzi erano esauriti, le masserizie riposte in quei ridotti, tutti erano versati su gli assalitori, che tante volte erano astretti ad allontanarsi feriti, pesti e malconci”.

Oggi che queste torri – parafrasando il D’Ascia -  sono rimaste a “monumento della storia“, accomodate a dimora privata con la sola eccezione del Torrione eletto a museo civico del comune di Forio, restano la bellezza del centro storico di questo paese adagiato sulla costa ovest dell’isola e la curiosità intellettuale per anni difficili e violenti in cui la popolazione dell’isola d’Ischia si difendeva con onore, con “quel coraggio – seguendo sempre il D’Ascia – che solo ispira il gran pericolo” e che ancora oggi è uno dei tratti caratteriali più evidenti del fiero popolo ischitano.

02/07/13

Da Casamicciola a Santa Maria al Monte passando tra i boschi


L'antica strada dei montanari che porta da Casamicciola a Forio è ad alta quota tra i boschi. Non è un sentiero facile e soprattutto non è ben segnato. Ma chi ama esplorare percorsi poco battuti potrà con un po' di intuito boschivo trovare la strada.

Da Casamicciola a Santa Maria al Monte passando tra i boschi
Si parte da piazza Maio a Casamicciola e si prende via Santa Barbara una strada asfaltata che conduce ad uno spiazzale – parcheggio; continuando da qui la strada diventa più stretta e per soli pedoni; superata una prima zona con alcune case e giardini privati si trova una mulattiera in salita. Una premessa: trovare il percorso non è semplice; non essendo tra i più frequentati, non è tracciato da segnali, tranne qualche sporadico e sbiadito segno di pittura; per di più è molto ripido e scivoloso in certi tratti; c’è infatti da tener presente che la zona è molto umida e la fitta vegetazione impedisce al sole di asciugare, soprattutto in inverno, l’acqua in eccesso. 


Da Casamicciola a Santa Maria al Monte passando tra i boschi
Dunque vi sconsigliamo questo percorso dopo giornate di pioggia e vi suggeriamo, quando vi imbatterete in biforcazioni, di cercare con molta attenzione i segnali di pittura su alberi e rocce. Superata la salita, troverete un sentiero più agevole e pianeggiante, la strada si fa qui più dolce, si cammina sotto gli alberi di quercia con una bel panorama sulla destra. Giungerete ad un punto dove la strada si biforca tra due mete diverse: l’Epomeo o Santa Maria al Monte. Per raggiungere l’Epomeo dovrete imboccare un sentiero roccioso in salita, scosceso e abbastanza difficile da percorrere. Semplice e pianeggiante con un tratto finale in discesa, invece la stradina tra i boschi che conduce a Santa Maria al Monte.

16/06/13

Le spiagge di Ischia

Siete ad Ischia e non sapete dove andare al mare? Impossibile, o meglio è possibile che si rimanga spaesati davanti alle molte opzioni a disposizione. Ogni comune ha i suoi lidi attrezzati e i suoi tratti di spiaggia pubblica, per non dire di alternative più spartane, ma di grande fascino, come le tante cale naturali rocciose che si incontrano lungo il periplo dell’isola.


Mappa delle Spiagge di Ischia
La spiaggia più grande è quella dei Maronti, nel comune di Barano d’Ischia, anche se l’ultimo tratto dell’arenile sconfina nel borgo di Sant’Angelo (Serrara Fontana), mentre è Forio il comune con il litorale più grande e quindi il maggior numero di arenili.


Spiaggia dei Maronti

Segnaliamo San Francesco di Paola, protetta dal promontorio di Punta Caruso; la Chiaia, particolarmente adatta alle famiglie con bambini per via dei suoi fondali bassi e riparati da scogliere; la spiaggia di Cava dell’Isola, l’unica ad essere completamente libera e, da sempre, meta preferita dei giovani. Ultima, ma solo per ragioni espositive, la spiaggia di Citara, dove sorge, tra l’altro, il rinomatissimo parco termale dei Poseidon.


Spiaggia di Citara

Ischia c’è un intero tratto di costa conosciuto con il topos generico di Lido che va dal Porto fin quasi aIschia Ponte, mentre dirigendosi verso Casamicciola Terme, in località Sant’Alessandro, c’è l’appartata Spiaggia degli Inglesi.


Casamicciola invece ha spiagge più piccole, tutte di strada lungo la litoranea che arriva a Lacco Ameno, anche se il comune ha pensato bene da qualche anno di integrare l’offerta con piattaforme mobili attrezzate.

Spiaggia di Cava Grado
Lacco Ameno infine è famosa per la suggestiva spiaggia di San Montano, di cui in verità un tratto di spiaggia, quella libera, fa parte amministrativamente del comune di Forio.

06/06/13

Il Comune di Forio Ischia

È compreso tra Punta Caruso e Punta Imperatore, è il primo comune per estensione ed è il centro culturale dell’isola. Si estende dal mare fino ad un’altezza di circa 700 metri e il suo nucleo abitativo è disposto sia lungo la costa che nelle zone collinari. Il centro storico conserva le sue antiche 


 









bellezze come chiese, torri, vicoli, stradine, palazzi nobiliari, archi e portoni di antica fattura che si diramano dalla piazza principale. La vera attrattiva di Forio sono i luoghi sacri infatti tra chiese, basiliche, confraternite se ne contano almeno venti, ricchi di oggetti di culto e di dignitose opere d’arte come quelle di Cesare Calise e Alfonso di Spagna del XVII e XVIII secolo. Nelle vicinanze della 



 









piazza principale si possono visitare la “Chiesa del Soccorso” che risale al 1500, Il palazzo del Municipio ex convento dei monaci francescani, il Torrione antica torre di guardia, la basilica di Santa Maria di Loreto sul corso Umberto I, la chiesa di San Francesco d’Assisi in piazza Municipio nella quale ci sono dipinti importanti come quello di Mattia Preti, il Duomo di San Vito dove si può ammirare la statua argentea patrono di Forio e tante altre ancora che non basterebbero tutta la vacanza per visitarle tutte. Anche le sue Torri sono numerose, distribuite tra il centro urbano e l’area rurale, la più antica è il Torrione, un edificio la cui base è scavata direttamente nel tufo ed è di forma circolare sormontato da merli, oggi adibito a museo civico. Forio è circondata da belle spiagge tra le 





 



















quali la spiaggia di Citara dove a sede il famoso parco termale “Giardini di Poseidon”, la baia di Sorgeto con le sue acque marine calde e la spiaggia di Cava a frequentata soprattutto da giovani. Sulle colline si trovano numerosi vigneti ben coltivati da cui vengono prodotti importanti vini doc della Campania.
Vieni  a Ischia !











21/04/13

La Colombaia, la villa Viscontina

Situata all’estremità della costa compresa tra Punta Cornacchia e di Punta Caruso, La Colombaia è la storica residenza estiva del grande regista Luchino Visconti.

Costruita a cavallo tra la fine del 1800 e i primi del 1900 nelle vicinanze di una vecchia torre cinquecentesca è appartata , senza vicini ma vicino al mare il cui panorama senza confini è fatto di acqua luce e cielo; la Colombaia era a quei tempi la costruzione più spettacolare dell’Isola, che all’inizio del novecento aveva ospitato alcuni dei personaggi più noti della belle epoque, come pure Giosuè Carducci. Solo negli anni ’60, il regista Luchino Visconti riuscì a comprarla dal barone Fassini.

La Colombaia, la villa Viscontina
La villa, tutta bianca, è contornata da due depandances dello stesso stile e colore, è singolare per il suo eclettismo che associa lo stile neorinascimentale e il moresco a un neogotico tipicamente mediterraneo. Il viale che porta alla villa è circondato da un vasto parco di lecci, di eucalipti, di pini che si elevano su cespugli di mirto, di corbezzoli, di lentisco e di altre essenze mediterranee e sugli ammassi di rocce vulcaniche erose dal tempo. Un parco dall’aspetto selvaggio quasi inaccessibile ed ostile. Sottostante la Colombaia, un ampio giardino disposto come il loggiato di un teatro, che si distende agli scogli di pietra lavica e poi al mare ricco di ricci, anemoni e gorgonie.

La Colombaia, la villa Viscontina
La residenza  è stata acquisita al patrimonio pubblico dopo anni di battaglie ed è oggi la sede di una Fondazione che poggia su quattro pilastri istituzionali: il Comune di Forio, la Provincia di Napoli, la Regione Campania e l'Università degli Studi di Parma.

La Fondazione “La Colombaia di Luchino Visconti”, centro di eccellenza per il cinema, promuove attività di formazione e alta specializzazione per le arti e lo spettacolo. Realizza proprie produzioni, organizza eventi culturali, interviene a sostegno di progetti di valorizzazione della cultura. Le ceneri del Maestro, le cui opere rivivono nelle oltre 300 immagini del primo nucleo del Museo, sono custodite nel parco della Villa.

La Colombaia, la villa Viscontina
Un’ala della Villa è consacrata stabilmente alla memoria di Luchino Visconti. La mostra fotografica,è stata inaugurata nel mese di gennaio del 2004 e custodisce immagini, cimeli, documenti per tenere viva l’opera e la figura di uno dei personaggi che ha contribuito a scrivere la storia della cinematografia mondiale e del teatro.

La Colombaia è anche sede dell’Alleanza mondiale del cinema di cui è presidente Citto Maselli per l’Italia e di una Scuola internazionale di Cinema e di Teatro, un polo di formazione e specializzazione che fonde in percorsi didattici riconosciuti ai più alti livelli istituzionali il contributo di attori, registi, sceneggiatori, direttori di fotografia e operatori delle varie branche dello spettacolo e dell'arte con la capacità di innovare e sperimentare nuove idee.