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05/05/17

Escursioni a Ischia: il sentiero della Pietra dell’Acqua

Generalmente si parte da Via Nuova Falanga, la strada che, come si intuisce facilmente dal nome, porta all’omonimo bosco di castagni nel comune di Forio. In alternativa, l’escursione può cominciare anche da Via Calimera, a lato del cimitero di Serrara Fontana. Entrambe le strade, infatti, conducono alla “Pietra dell’Acqua”, un mega blocco di tufo verde trasformato dalle antiche maestranze agricole in una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.

Da Via Nuova Falanga occorre, a un certo punto, girare a destra (la deviazione è ben segnalata), anziché proseguire per la selva dei Frassitelli; da Via Calimera, invece, basta seguire la strada che a un tratto diventa – inequivocabilmente – “Via Pietra dell’Acqua”.

il sentiero della Pietra dell’Acqua
Sia l’uno che l’altro itinerario non presentano grosse difficoltà, se non il rispetto delle normali precauzioni in uso tra gli appassionati di trekking; soprattutto, quel che più conta, raccontano del passato recente dell’isola d’Ischia, quando era l’agricoltura, e non il turismo, la principale fonte di sostentamento dei suoi abitanti.

L’aspetto curioso è che in questo versante dell’isola, la vite non era la coltura principale, o perlomeno non  l’unica. Assieme all’uva, infatti, veniva coltivato il mitico grano Carosello – “Carusella” in dialetto – assai resistente agli inverni rigidi della parte alta dell’isola. La Pietra dell’Acqua serviva per coltivare il grano, i cui covoni venivano rivenduti alle ricamatrici di Lacco Ameno che ne realizzavano poi borse, cestini e cappelli per l’incipiente “industria del forestiero“.

Di questo passato non c’è più traccia, eccezion fatta, appunto, per la mitica “Pietra dell’Acqua” che, insieme alle case di pietra e alle fosse della neve della Falanga, testimonia dell’eccezionale capacità adattativa dell’uomo all’ambiente circostante. Nello specifico, dell’abilità a utilizzare per i più diversi scopi il tufo verde presente in gran quantità nel versante sud-occidentale del Monte Epomeo.


il sentiero della Pietra dell’Acqua
Oltre che per il valore testimoniale, l’itinerario merita anche da un punto di vista naturalistico. In particolare, il tramonto dalla Pietra dell’Acqua è un’esperienza che vale la pena provare; come pure da non perdere è il panorama stupendo che offre la vetta dell’Epomeo.

L’eremo di San Nicola, infatti, è a pochi minuti di cammino dalla Pietra dell’Acqua e, volendo, una volta su in cima, si può scendere a valle da Fontana invece che tornare sui propri passi. Del resto, la natura non sta certo dietro alle divisioni amministrative del territorio. Basta rispettarla, per essere ricambiati con passeggiate bellissime, come senza dubbio è quella sin qui descritta.

il sentiero della Pietra dell’Acqua
Perciò, una volta a Ischia approfittatene, non rimarrete delusi.

Mezzi pubblici:
– da Forio, linea CS (circolare sinistra);
– da Ischia Porto, linea CD (circolare destra).
– Fermata: cimitero di Serrara Fontana.

03/05/16

Escursioni a Ischia: il sentiero della Pietra dell’Acqua

Generalmente si parte da Via Nuova Falanga, la strada che, come si intuisce facilmente dal nome, porta all’omonimo bosco di castagni nel comune di Forio. In alternativa, l’escursione può cominciare anche da Via Calimera, a lato del cimitero di Serrara Fontana. Entrambe le strade, infatti, conducono alla “Pietra dell’Acqua”, un mega blocco di tufo verde trasformato dalle antiche maestranze agricole in una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.

Da Via Nuova Falanga occorre, a un certo punto, girare a destra (la deviazione è ben segnalata), anziché proseguire per la selva dei Frassitelli; da Via Calimera, invece, basta seguire la strada che a un tratto diventa – inequivocabilmente – “Via Pietra dell’Acqua”.

il sentiero della Pietra dell’Acqua
Sia l’uno che l’altro itinerario non presentano grosse difficoltà, se non il rispetto delle normali precauzioni in uso tra gli appassionati di trekking; soprattutto, quel che più conta, raccontano del passato recente dell’isola d’Ischia, quando era l’agricoltura, e non il turismo, la principale fonte di sostentamento dei suoi abitanti.

L’aspetto curioso è che in questo versante dell’isola, la vite non era la coltura principale, o perlomeno non  l’unica. Assieme all’uva, infatti, veniva coltivato il mitico grano Carosello – “Carusella” in dialetto – assai resistente agli inverni rigidi della parte alta dell’isola. La Pietra dell’Acqua serviva per coltivare il grano, i cui covoni venivano rivenduti alle ricamatrici di Lacco Ameno che ne realizzavano poi borse, cestini e cappelli per l’incipiente “industria del forestiero“.

Di questo passato non c’è più traccia, eccezion fatta, appunto, per la mitica “Pietra dell’Acqua” che, insieme alle case di pietra e alle fosse della neve della Falanga, testimonia dell’eccezionale capacità adattativa dell’uomo all’ambiente circostante. Nello specifico, dell’abilità a utilizzare per i più diversi scopi il tufo verde presente in gran quantità nel versante sud-occidentale del Monte Epomeo.


il sentiero della Pietra dell’Acqua
Oltre che per il valore testimoniale, l’itinerario merita anche da un punto di vista naturalistico. In particolare, il tramonto dalla Pietra dell’Acqua è un’esperienza che vale la pena provare; come pure da non perdere è il panorama stupendo che offre la vetta dell’Epomeo.

L’eremo di San Nicola, infatti, è a pochi minuti di cammino dalla Pietra dell’Acqua e, volendo, una volta su in cima, si può scendere a valle da Fontana invece che tornare sui propri passi. Del resto, la natura non sta certo dietro alle divisioni amministrative del territorio. Basta rispettarla, per essere ricambiati con passeggiate bellissime, come senza dubbio è quella sin qui descritta.

il sentiero della Pietra dell’Acqua
Perciò, una volta a Ischia approfittatene, non rimarrete delusi.

Mezzi pubblici:
– da Forio, linea CS (circolare sinistra);
– da Ischia Porto, linea CD (circolare destra).
– Fermata: cimitero di Serrara Fontana.

18/05/15

Escursioni a Ischia: il sentiero della Pietra dell’Acqua

Generalmente si parte da Via Nuova Falanga, la strada che, come si intuisce facilmente dal nome, porta all’omonimo bosco di castagni nel comune di Forio. In alternativa, l’escursione può cominciare anche da Via Calimera, a lato del cimitero di Serrara Fontana. Entrambe le strade, infatti, conducono alla “Pietra dell’Acqua”, un mega blocco di tufo verde trasformato dalle antiche maestranze agricole in una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.

Da Via Nuova Falanga occorre, a un certo punto, girare a destra (la deviazione è ben segnalata), anziché proseguire per la selva dei Frassitelli; da Via Calimera, invece, basta seguire la strada che a un tratto diventa – inequivocabilmente – “Via Pietra dell’Acqua”.

il sentiero della Pietra dell’Acqua
Sia l’uno che l’altro itinerario non presentano grosse difficoltà, se non il rispetto delle normali precauzioni in uso tra gli appassionati di trekking; soprattutto, quel che più conta, raccontano del passato recente dell’isola d’Ischia, quando era l’agricoltura, e non il turismo, la principale fonte di sostentamento dei suoi abitanti.

L’aspetto curioso è che in questo versante dell’isola, la vite non era la coltura principale, o perlomeno non  l’unica. Assieme all’uva, infatti, veniva coltivato il mitico grano Carosello – “Carusella” in dialetto – assai resistente agli inverni rigidi della parte alta dell’isola. La Pietra dell’Acqua serviva per coltivare il grano, i cui covoni venivano rivenduti alle ricamatrici di Lacco Ameno che ne realizzavano poi borse, cestini e cappelli per l’incipiente “industria del forestiero“.

Di questo passato non c’è più traccia, eccezion fatta, appunto, per la mitica “Pietra dell’Acqua” che, insieme alle case di pietra e alle fosse della neve della Falanga, testimonia dell’eccezionale capacità adattativa dell’uomo all’ambiente circostante. Nello specifico, dell’abilità a utilizzare per i più diversi scopi il tufo verde presente in gran quantità nel versante sud-occidentale del Monte Epomeo.


il sentiero della Pietra dell’Acqua
Oltre che per il valore testimoniale, l’itinerario merita anche da un punto di vista naturalistico. In particolare, il tramonto dalla Pietra dell’Acqua è un’esperienza che vale la pena provare; come pure da non perdere è il panorama stupendo che offre la vetta dell’Epomeo.

L’eremo di San Nicola, infatti, è a pochi minuti di cammino dalla Pietra dell’Acqua e, volendo, una volta su in cima, si può scendere a valle da Fontana invece che tornare sui propri passi. Del resto, la natura non sta certo dietro alle divisioni amministrative del territorio. Basta rispettarla, per essere ricambiati con passeggiate bellissime, come senza dubbio è quella sin qui descritta.

il sentiero della Pietra dell’Acqua
Perciò, una volta a Ischia approfittatene, non rimarrete delusi.

Mezzi pubblici:
– da Forio, linea CS (circolare sinistra);
– da Ischia Porto, linea CD (circolare destra).
– Fermata: cimitero di Serrara Fontana.

13/06/14

Festa di San Vito Forio d'Ischia

San Vito è uno dei tantissimi santi della tradizione martirologica cristiana, nonchè uno dei 14 santi ausiliatori invocati dal popolo dei fedeli per la cura e la guarigione di particolari malattie. 


Festa di San Vito Forio d'Ischia

Sin dal XIV secolo, l’intercessione di San Vito è richiesta per la guarigione dei soggetti ipovedenti, di malattie come l’epilessia, la letargia, la corea. 


Festa di San Vito Forio d'Ischia
San Vito è anche il santo patrono del comune di Forio. I festeggiamenti in suo onore durano quattro giorni (14 - 17 giugno), con la celebrazione di ricorrenti messe, la rappresentazione della vita del Santo sul piazzale antistante la basilica a lui dedicata, la processione via mare e per le strade del paese della statua d’argento. 


Festa di San Vito Forio d'Ischia
Il tutto accompagnato da una fiera mobile che occupa tutto il litorale d’ingresso, continui eventi bandistici e spettacolari fuochi pirotecnici. Molto belli quelli che si tengono a conclusione della festa, dove va in scena una gara tra due fuochisti che ogni anno competono a colpi di effetti ottici, sempre più difficili e ricercati.

21/04/13

La Colombaia, la villa Viscontina

Situata all’estremità della costa compresa tra Punta Cornacchia e di Punta Caruso, La Colombaia è la storica residenza estiva del grande regista Luchino Visconti.

Costruita a cavallo tra la fine del 1800 e i primi del 1900 nelle vicinanze di una vecchia torre cinquecentesca è appartata , senza vicini ma vicino al mare il cui panorama senza confini è fatto di acqua luce e cielo; la Colombaia era a quei tempi la costruzione più spettacolare dell’Isola, che all’inizio del novecento aveva ospitato alcuni dei personaggi più noti della belle epoque, come pure Giosuè Carducci. Solo negli anni ’60, il regista Luchino Visconti riuscì a comprarla dal barone Fassini.

La Colombaia, la villa Viscontina
La villa, tutta bianca, è contornata da due depandances dello stesso stile e colore, è singolare per il suo eclettismo che associa lo stile neorinascimentale e il moresco a un neogotico tipicamente mediterraneo. Il viale che porta alla villa è circondato da un vasto parco di lecci, di eucalipti, di pini che si elevano su cespugli di mirto, di corbezzoli, di lentisco e di altre essenze mediterranee e sugli ammassi di rocce vulcaniche erose dal tempo. Un parco dall’aspetto selvaggio quasi inaccessibile ed ostile. Sottostante la Colombaia, un ampio giardino disposto come il loggiato di un teatro, che si distende agli scogli di pietra lavica e poi al mare ricco di ricci, anemoni e gorgonie.

La Colombaia, la villa Viscontina
La residenza  è stata acquisita al patrimonio pubblico dopo anni di battaglie ed è oggi la sede di una Fondazione che poggia su quattro pilastri istituzionali: il Comune di Forio, la Provincia di Napoli, la Regione Campania e l'Università degli Studi di Parma.

La Fondazione “La Colombaia di Luchino Visconti”, centro di eccellenza per il cinema, promuove attività di formazione e alta specializzazione per le arti e lo spettacolo. Realizza proprie produzioni, organizza eventi culturali, interviene a sostegno di progetti di valorizzazione della cultura. Le ceneri del Maestro, le cui opere rivivono nelle oltre 300 immagini del primo nucleo del Museo, sono custodite nel parco della Villa.

La Colombaia, la villa Viscontina
Un’ala della Villa è consacrata stabilmente alla memoria di Luchino Visconti. La mostra fotografica,è stata inaugurata nel mese di gennaio del 2004 e custodisce immagini, cimeli, documenti per tenere viva l’opera e la figura di uno dei personaggi che ha contribuito a scrivere la storia della cinematografia mondiale e del teatro.

La Colombaia è anche sede dell’Alleanza mondiale del cinema di cui è presidente Citto Maselli per l’Italia e di una Scuola internazionale di Cinema e di Teatro, un polo di formazione e specializzazione che fonde in percorsi didattici riconosciuti ai più alti livelli istituzionali il contributo di attori, registi, sceneggiatori, direttori di fotografia e operatori delle varie branche dello spettacolo e dell'arte con la capacità di innovare e sperimentare nuove idee.