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30/04/15

Le torri saracene di Forio

TorrioneTorre di ScaroTorre della SpiaggiaTorre Quattrocchi;Torre Casa PatalanoTorre CostantinaTorre di CiglianoTorre del CiercoTorre di MiloneToroneTorre di NaceraTorre di BaiolaTorre di Casa D’AsciaTorre della Cornacchia. Queste le torri di Forio “la Turrita”, il comune dell’isola d’Ischia con il maggior numero di “osservazioni fortificate” per difendersi dagli assalti dei temibili saraceni.

Le torri saracene di Forio
Il nucleo originario di queste torri di avvistamento e difesa a vista per gruppi di due (da ogni torre era possibile scrutare il mare e le due adiacenti) era composto sicuramente da quelle a pianta circolare – il Torrione, il Torone, la Torre Costantina, la Torre del Cierco – con l’aggiunta successiva di quelle a pianta quadrangolare. Infatti, nonostante siano state tutte ultimate tra la metà e la fine del XVI secolo, quelle a pianta circolare sono di più antica costruzione, realizzate in parte già durante il periodo angioino, nel XIII secolo.

Le torri saracene di Forio
La diversa architettura di queste fortezze è storicamente riconducibile all’evoluzione delle tecniche di costruzione dagli angioini agli aragonesi, con la prevalenza accordata nel tempo a edifici più bassi e con murature più spesse sul lato esterno, nel caso ci si fosse dovuti difendere dal fuoco dell’artiglieria nemica proveniente da mare.

Le torri saracene di Forio
Le torri costiere non sono una prerogativa della sola Forio, sull’isola d’Ischia ce n’erano altre – a partire proprio da quel CastelloAragonese che è il simbolo indiscusso della più grande delle isole flegree, senza dimenticare quelle andate distrutte come la Torre che svettava sull’isolotto tufaceo di Sant’Angelo – e tuttavia, gli esiti architettonici ed estetici che la costruzione di queste fortezze ha avuto in questo comune non sono altrove riscontrabili. Soprattutto per l’importanza che ciascuna di esse ha avuto sullo sviluppo urbanistico dei villaggi circostanti e quindi sull’intero centro storico.

Le torri saracene di Forio
Chi visita per la prima volta il comune di Forio non rimane certo indifferente di fronte all’intricato e assai caratteristico dedalo di vicoli che disegna il centro storico. Memoria urbana di secoli segnati in profondità dalla paura delle scorrerie saracene a cui si cercava di porre un argine con un sistema viario complesso che favorisse la fuga dei locali sfruttando l’iniziale spaesamento degli invasori.

Le torri saracene di Forio
Precauzioni che non furono sufficienti a fermare la furia del terribile rais Dragut che assaltò le coste di Forio e dell’isolad’Ischia una prima volta nell’agosto del 1548 e una seconda, quattro anni dopo, nel 1552.

Le torri saracene di Forio
Così ne scrive lo storico locale Giuseppe D’Ascia nella monumentale Storia dell’isola d’Ischia del 1867:
“Dragut sangiaco di Montesce, denominato dagli storici turchi Targhut, nato pure da genitori cristiani in Anatolia, or da solo, or col gran visir corseggiando, qual degno discepolo del Barbarossa principiò ad infestare il Mediterraneo nel 1546.

[...] nel dì 12 agosto 1548, giorno di domenica, di buon mattino sbarcava a Castellammare di Stabia e proprio ove dicesi il Quartuccio, facea prigionieri circa ottanta persone di ogni età e sesso: fra gli altri una bellissima donzella.


Indi ritiratosi con quella preda nello stretto fra Procida ed Ischia, di tutto fece ricatto, riserbandosi la fanciulla, che volle ritener per sé.

In questo mentre facea altri sbarchi in Ischia, e predava altri poveri ed infelici isolani; de’ quali, chi potette esser riscattato fu liberato, e coloro che difettavano di mezzi vennero condotti schiavi in Africa.
Le torri saracene di Forio
[...] Fino al 1550 niun freno i barbareschi avevano incontrato, ma d’allora risvegliossi Carlo V ed a frenar li spedì D. Garzia figlio di D. Pietro di Toledo alla testa di un esercito di spagnuoli, fiorentini, romani, cavalieri di Malta, genovesi e napoletani.

[...] (Anno 1552). Nel mese di luglio dell’anno appresso la flotta turca comparve in Sicilia; indi venne innanzi Napoli ed infestò quei contorni. Fecero i corsari con Dragut loro capitano uno sbarco ad Ischia e le diedero il sacco, ripetettero le stesse bravure in Procida, indi si andarono ad ancorare nell’isola di Ponza.

Dopo la morte di Dragut nel 1565 [corsivo nostro] la pirateria purtuttavia seguitò ad infestare queste spiagge che Dio avea creato ridenti ed amenissime e gli uomini ridussero squallide e deserte. Per sfuggire alle incursioni gli atterriti abitanti dell’isola d’Ischia, si ricoveravano, all’apparir delle vele nemiche, e nel castello, e nelle torri, e nei nascondigli impraticabili sul versante dell’Epomeo.

[...] In ForioLaccoPanzaTestaccio ed altri punti un pò discosti dal Monte Epomeo, e dalla Cittadella (Castello Aragonese), gli abitanti, esposti i primi a tali incursioni, perché i menzionati punti prossimi alle spiagge si trovavano, si rinserravano nelle torri che all’uopo erano quivi state erette; quali torri sono rimaste a monumento della storia, chi smantellata, chi accomodata a dimora particolare.

Di esse la maggior parte furono erette col prodotto delle gabelle della Dogana istallata da Alfonso I°.
Le torri saracene di Forio
Dai merli di queste torri, e dalle bertesche, si difendevano disperatamente gli abitanti, quando venivano assaliti, spiegando quel coraggio che inspira il gran pericolo. Tutto era arma di difesa per essi; acqua bollente, pietre, macigni, e quando questi mezzi erano esauriti, le masserizie riposte in quei ridotti, tutti erano versati su gli assalitori, che tante volte erano astretti ad allontanarsi feriti, pesti e malconci”.

Oggi che queste torri – parafrasando il D’Ascia -  sono rimaste a “monumento della storia“, accomodate a dimora privata con la sola eccezione del Torrione eletto a museo civico del comune di Forio, restano la bellezza del centro storico di questo paese adagiato sulla costa ovest dell’isola e la curiosità intellettuale per anni difficili e violenti in cui la popolazione dell’isola d’Ischia si difendeva con onore, con “quel coraggio – seguendo sempre il D’Ascia – che solo ispira il gran pericolo” e che ancora oggi è uno dei tratti caratteriali più evidenti del fiero popolo ischitano.

27/06/14

Mostra di Marisa Albanese Ischia

La mostra di Marisa Albanese si terrà presso la Torre di Michelangelo dal 6 luglio al 28 agosto 2014.


Mostra di Marisa Albanese Ischia
Marisa Albanese vive e lavora tra Napoli e Milano. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Napoli è Laureata in lettere moderne. Pittura, scultura, linguaggio audiovisivo e fotografico sono i medium che normalmente fanno parte delle sue installazioni.


Mostra di Marisa Albanese Ischia
Ha realizzato numerose mostre personali, tra cui KORAI, presso Dina Caròla Arte Contemporanea, ed ha partecipato a importanti mostre collettive tra cui: Dis-identico, Maschile Femminile & Altro (Palermo); Weimar in Eruzione – Die Ende Bebt, Stadt Museum, Weimar; Castelli in Aria, Castel Sant’Elmo, Napoli; Traslakje 99, Piotrokow Tribunalsky, Polonia. Per lo Studio d’Arte Contemporanea Pino Casagrande ha esposto nel 2003 con “S.N.” a cura di Angelo Capasso e nel 2008 con la personale “Speech” a cura di Roberto Gramiccia. E’ recentissima invece la retrospettiva al Museo di Capodimonte a Napoli dal titolo “Spyholes” a cura di Achille Bonito Oliva. 


Mostra di Marisa Albanese Ischia
“Le opere, presentate in due sezioni del museo, ripropongono i temi fondanti dell’artista: l’attraversamento, il mutamento, l’energia, indagati attraverso riflessioni che spaziano dalla condizione di perenne migrazione dell’individuo contemporaneo alla rimozione di parte della realtà, trasportata nell’oblio dalla vita quotidiana e dalle sue incombenze.” (Laura Portomeo)

16/05/14

Le torri saracene di Forio

TorrioneTorre di ScaroTorre della SpiaggiaTorre Quattrocchi;Torre Casa PatalanoTorre CostantinaTorre di CiglianoTorre del CiercoTorre di MiloneToroneTorre di NaceraTorre di BaiolaTorre di Casa D’AsciaTorre della Cornacchia. Queste le torri di Forio “la Turrita”, il comune dell’isola d’Ischia con il maggior numero di “osservazioni fortificate” per difendersi dagli assalti dei temibili saraceni.

Le torri saracene di Forio
Il nucleo originario di queste torri di avvistamento e difesa a vista per gruppi di due (da ogni torre era possibile scrutare il mare e le due adiacenti) era composto sicuramente da quelle a pianta circolare – il Torrione, il Torone, la Torre Costantina, la Torre del Cierco – con l’aggiunta successiva di quelle a pianta quadrangolare. Infatti, nonostante siano state tutte ultimate tra la metà e la fine del XVI secolo, quelle a pianta circolare sono di più antica costruzione, realizzate in parte già durante il periodo angioino, nel XIII secolo.

Le torri saracene di Forio
La diversa architettura di queste fortezze è storicamente riconducibile all’evoluzione delle tecniche di costruzione dagli angioini agli aragonesi, con la prevalenza accordata nel tempo a edifici più bassi e con murature più spesse sul lato esterno, nel caso ci si fosse dovuti difendere dal fuoco dell’artiglieria nemica proveniente da mare.

Le torri saracene di Forio
Le torri costiere non sono una prerogativa della sola Forio, sull’isola d’Ischia ce n’erano altre – a partire proprio da quel CastelloAragonese che è il simbolo indiscusso della più grande delle isole flegree, senza dimenticare quelle andate distrutte come la Torre che svettava sull’isolotto tufaceo di Sant’Angelo – e tuttavia, gli esiti architettonici ed estetici che la costruzione di queste fortezze ha avuto in questo comune non sono altrove riscontrabili. Soprattutto per l’importanza che ciascuna di esse ha avuto sullo sviluppo urbanistico dei villaggi circostanti e quindi sull’intero centro storico.

Le torri saracene di Forio
Chi visita per la prima volta il comune di Forio non rimane certo indifferente di fronte all’intricato e assai caratteristico dedalo di vicoli che disegna il centro storico. Memoria urbana di secoli segnati in profondità dalla paura delle scorrerie saracene a cui si cercava di porre un argine con un sistema viario complesso che favorisse la fuga dei locali sfruttando l’iniziale spaesamento degli invasori.

Le torri saracene di Forio
Precauzioni che non furono sufficienti a fermare la furia del terribile rais Dragut che assaltò le coste di Forio e dell’isolad’Ischia una prima volta nell’agosto del 1548 e una seconda, quattro anni dopo, nel 1552.

Le torri saracene di Forio
Così ne scrive lo storico locale Giuseppe D’Ascia nella monumentale Storia dell’isola d’Ischia del 1867:
“Dragut sangiaco di Montesce, denominato dagli storici turchi Targhut, nato pure da genitori cristiani in Anatolia, or da solo, or col gran visir corseggiando, qual degno discepolo del Barbarossa principiò ad infestare il Mediterraneo nel 1546.

[...] nel dì 12 agosto 1548, giorno di domenica, di buon mattino sbarcava a Castellammare di Stabia e proprio ove dicesi il Quartuccio, facea prigionieri circa ottanta persone di ogni età e sesso: fra gli altri una bellissima donzella.


Indi ritiratosi con quella preda nello stretto fra Procida ed Ischia, di tutto fece ricatto, riserbandosi la fanciulla, che volle ritener per sé.

In questo mentre facea altri sbarchi in Ischia, e predava altri poveri ed infelici isolani; de’ quali, chi potette esser riscattato fu liberato, e coloro che difettavano di mezzi vennero condotti schiavi in Africa.
Le torri saracene di Forio
[...] Fino al 1550 niun freno i barbareschi avevano incontrato, ma d’allora risvegliossi Carlo V ed a frenar li spedì D. Garzia figlio di D. Pietro di Toledo alla testa di un esercito di spagnuoli, fiorentini, romani, cavalieri di Malta, genovesi e napoletani.

[...] (Anno 1552). Nel mese di luglio dell’anno appresso la flotta turca comparve in Sicilia; indi venne innanzi Napoli ed infestò quei contorni. Fecero i corsari con Dragut loro capitano uno sbarco ad Ischia e le diedero il sacco, ripetettero le stesse bravure in Procida, indi si andarono ad ancorare nell’isola di Ponza.

Dopo la morte di Dragut nel 1565 [corsivo nostro] la pirateria purtuttavia seguitò ad infestare queste spiagge che Dio avea creato ridenti ed amenissime e gli uomini ridussero squallide e deserte. Per sfuggire alle incursioni gli atterriti abitanti dell’isola d’Ischia, si ricoveravano, all’apparir delle vele nemiche, e nel castello, e nelle torri, e nei nascondigli impraticabili sul versante dell’Epomeo.

[...] In ForioLaccoPanzaTestaccio ed altri punti un pò discosti dal Monte Epomeo, e dalla Cittadella (Castello Aragonese), gli abitanti, esposti i primi a tali incursioni, perché i menzionati punti prossimi alle spiagge si trovavano, si rinserravano nelle torri che all’uopo erano quivi state erette; quali torri sono rimaste a monumento della storia, chi smantellata, chi accomodata a dimora particolare.

Di esse la maggior parte furono erette col prodotto delle gabelle della Dogana istallata da Alfonso I°.
Le torri saracene di Forio
Dai merli di queste torri, e dalle bertesche, si difendevano disperatamente gli abitanti, quando venivano assaliti, spiegando quel coraggio che inspira il gran pericolo. Tutto era arma di difesa per essi; acqua bollente, pietre, macigni, e quando questi mezzi erano esauriti, le masserizie riposte in quei ridotti, tutti erano versati su gli assalitori, che tante volte erano astretti ad allontanarsi feriti, pesti e malconci”.

Oggi che queste torri – parafrasando il D’Ascia -  sono rimaste a “monumento della storia“, accomodate a dimora privata con la sola eccezione del Torrione eletto a museo civico del comune di Forio, restano la bellezza del centro storico di questo paese adagiato sulla costa ovest dell’isola e la curiosità intellettuale per anni difficili e violenti in cui la popolazione dell’isola d’Ischia si difendeva con onore, con “quel coraggio – seguendo sempre il D’Ascia – che solo ispira il gran pericolo” e che ancora oggi è uno dei tratti caratteriali più evidenti del fiero popolo ischitano.

06/04/14

Palazzi antichi, spiagge ed una fonte in pineta. Un percorso misto nel comune di Ischia

La passeggiata che vi proponiamo è un percorso misto tra centro storico, spiaggia e pineta nel comune di Ischia. Un itinerario molto vario che vi darà la possibilità di ammirare angoli diversi del paese, dove natura e architettura si intrecciano in uno spettacolo sempre diverso, ma dove c’è un filo rosso che tutto unisce: la storia e la cultura di una civiltà mediterranea

Cominceremo questa bella passeggiata dal corso Vittoria Colonna, all’incrocio con la strada che porta sulla litoranea: via Edgardo Cortese.

Palazzi antichi, spiagge ed una fonte in pineta. Un percorso misto nel comune di Ischia
Percorrendola tutta giungerete dopo 300 metri circa ad un punto molto panoramico:
una piazzola con panchine che si affaccia sulla spiaggia di San Pietro.

Continuando il percorso comincerete a camminare per il Lungomare Telese anche qui lo spettacolo è superbo con il mare e le isole del golfo in lontananza, immerse in una atmosfera celeste pallido.

Palazzi antichi, spiagge ed una fonte in pineta. Un percorso misto nel comune di Ischia

Troverete lungo il cammino i campi da tennis ed accanto un giardinetto fiorito.

Continuando comincia una piccola discesa che porta in località Punta Molino.

Questa zona, con delle belle spiagge, è caratterizzata da ampie scogliere naturali formatesi durante l’eruzione dell’Arso.

Imboccare la bella stradina che costeggia Il Grand Hotel Punta Molino e vi troverete all’ex carcere del Molino, oggi struttura destinata ad ospitare esposizioni d’arte e manifestazioni culturali. Davanti all’antico edificio troverete una piazzetta panoramica con panchine ed un chiosco.

Palazzi antichi, spiagge ed una fonte in pineta. Un percorso misto nel comune di Ischia
Potete fare una sosta contemplativa ammirando la lunga spiaggia della Mandra che termina con le case di Ischia ponte ed il castello Aragonese.

Continuiamo a camminare.

Lungo la spiaggia o – se preferite – per la stradina parallela, con uno sguardo al mare ma senza perdere la bellezza di questi antichi palazzotti e delle basse case dei pescatori che caratterizzano la Mandra.

Giunti alla fine della spiaggia, troverete l’albergo Miramare e Castello.

Continuate lungo la strada basolata e giungerete dopo pochi metri ad Ischia ponte.

Una delle zone più caratteristiche dell’isola, piena di segni del passato, tra alti edifici patrizi e negozietti d’artigianato locale, di abbigliamento, antiquariato, librerie e gioiellerie. Ischia ponte merita una visita approfondita tuffatevi nelle stradine laterali, guardate con attenzione l’architettura settecentesca degli alti palazzi, le grandi chiese, i cortili, i giardini nascosti.

Palazzi antichi, spiagge ed una fonte in pineta. Un percorso misto nel comune di Ischia
E poi se l’ora è quella giusta scegliete un ristorante caratteristico di Ischia ponte, dove il profumo della zuppa di pesce si mescola con l’aria di mare.

Una passeggiata lungo il pontile Aragonese vi condurrà ai piedi del castello.

In questo itinerario non abbiamo previsto la visita all’isolotto che secondo noi merita una mezza giornata dedicata.

Quindi torniamo indietro lasciamo Ischia ponte, riprendiamo la strada basolata che costeggia l’Hotel Miramare e Castello e dopo un cento metri imbocchiamo la ripida salitina sulla sinistra che termina con una chiesa, la chiesa di Sant’Antonio alla Mandra.

Palazzi antichi, spiagge ed una fonte in pineta. Un percorso misto nel comune di Ischia
Soffermiamoci a guardare la facciata e l’esterno del bel complesso chiesastico, che comprende anche la biblioteca Antoniana.

Continuiamo a salite per via Mirabella e giunti al chiosco dei giornali, prendiamo la destra. 

Troveremo subito l’entrata nel parco pubblico della pineta Mirtina, una vera delizia per gli occhi e per l’olfatto: qui sono stati tracciati dei percorsi aromatici che portano alle varie stazioni d’acqua.

Si tratta di vasche alimentate da una sorgente antichissima, la fonte Mirtina, che si chiama così perché l’acqua scorrendo tra i mirti profuma di bosco.

L’itinerario finisce qui, in questo che è uno dei tre grandi parchi pubblici del comune di Ischia, giratelo in lungo e largo, scoprirete angoli di paradiso.

04/09/13

Le torri saracene di Forio

TorrioneTorre di ScaroTorre della SpiaggiaTorre Quattrocchi;Torre Casa PatalanoTorre CostantinaTorre di CiglianoTorre del CiercoTorre di MiloneToroneTorre di NaceraTorre di BaiolaTorre di Casa D’AsciaTorre della Cornacchia. Queste le torri di Forio “la Turrita”, il comune dell’isola d’Ischia con il maggior numero di “osservazioni fortificate” per difendersi dagli assalti dei temibili saraceni.

Le torri saracene di Forio
Il nucleo originario di queste torri di avvistamento e difesa a vista per gruppi di due (da ogni torre era possibile scrutare il mare e le due adiacenti) era composto sicuramente da quelle a pianta circolare – il Torrione, il Torone, la Torre Costantina, la Torre del Cierco – con l’aggiunta successiva di quelle a pianta quadrangolare. Infatti, nonostante siano state tutte ultimate tra la metà e la fine del XVI secolo, quelle a pianta circolare sono di più antica costruzione, realizzate in parte già durante il periodo angioino, nel XIII secolo.

Le torri saracene di Forio
La diversa architettura di queste fortezze è storicamente riconducibile all’evoluzione delle tecniche di costruzione dagli angioini agli aragonesi, con la prevalenza accordata nel tempo a edifici più bassi e con murature più spesse sul lato esterno, nel caso ci si fosse dovuti difendere dal fuoco dell’artiglieria nemica proveniente da mare.

Le torri saracene di Forio
Le torri costiere non sono una prerogativa della sola Forio, sull’isola d’Ischia ce n’erano altre – a partire proprio da quel CastelloAragonese che è il simbolo indiscusso della più grande delle isole flegree, senza dimenticare quelle andate distrutte come la Torre che svettava sull’isolotto tufaceo di Sant’Angelo – e tuttavia, gli esiti architettonici ed estetici che la costruzione di queste fortezze ha avuto in questo comune non sono altrove riscontrabili. Soprattutto per l’importanza che ciascuna di esse ha avuto sullo sviluppo urbanistico dei villaggi circostanti e quindi sull’intero centro storico.

Le torri saracene di Forio
Chi visita per la prima volta il comune di Forio non rimane certo indifferente di fronte all’intricato e assai caratteristico dedalo di vicoli che disegna il centro storico. Memoria urbana di secoli segnati in profondità dalla paura delle scorrerie saracene a cui si cercava di porre un argine con un sistema viario complesso che favorisse la fuga dei locali sfruttando l’iniziale spaesamento degli invasori.

Le torri saracene di Forio
Precauzioni che non furono sufficienti a fermare la furia del terribile rais Dragut che assaltò le coste di Forio e dell’isolad’Ischia una prima volta nell’agosto del 1548 e una seconda, quattro anni dopo, nel 1552.

Le torri saracene di Forio
Così ne scrive lo storico locale Giuseppe D’Ascia nella monumentale Storia dell’isola d’Ischia del 1867:
“Dragut sangiaco di Montesce, denominato dagli storici turchi Targhut, nato pure da genitori cristiani in Anatolia, or da solo, or col gran visir corseggiando, qual degno discepolo del Barbarossa principiò ad infestare il Mediterraneo nel 1546.

[...] nel dì 12 agosto 1548, giorno di domenica, di buon mattino sbarcava a Castellammare di Stabia e proprio ove dicesi il Quartuccio, facea prigionieri circa ottanta persone di ogni età e sesso: fra gli altri una bellissima donzella.


Indi ritiratosi con quella preda nello stretto fra Procida ed Ischia, di tutto fece ricatto, riserbandosi la fanciulla, che volle ritener per sé.

In questo mentre facea altri sbarchi in Ischia, e predava altri poveri ed infelici isolani; de’ quali, chi potette esser riscattato fu liberato, e coloro che difettavano di mezzi vennero condotti schiavi in Africa.
Le torri saracene di Forio
[...] Fino al 1550 niun freno i barbareschi avevano incontrato, ma d’allora risvegliossi Carlo V ed a frenar li spedì D. Garzia figlio di D. Pietro di Toledo alla testa di un esercito di spagnuoli, fiorentini, romani, cavalieri di Malta, genovesi e napoletani.

[...] (Anno 1552). Nel mese di luglio dell’anno appresso la flotta turca comparve in Sicilia; indi venne innanzi Napoli ed infestò quei contorni. Fecero i corsari con Dragut loro capitano uno sbarco ad Ischia e le diedero il sacco, ripetettero le stesse bravure in Procida, indi si andarono ad ancorare nell’isola di Ponza.

Dopo la morte di Dragut nel 1565 [corsivo nostro] la pirateria purtuttavia seguitò ad infestare queste spiagge che Dio avea creato ridenti ed amenissime e gli uomini ridussero squallide e deserte. Per sfuggire alle incursioni gli atterriti abitanti dell’isola d’Ischia, si ricoveravano, all’apparir delle vele nemiche, e nel castello, e nelle torri, e nei nascondigli impraticabili sul versante dell’Epomeo.

[...] In Forio, Lacco, Panza, Testaccio ed altri punti un pò discosti dal Monte Epomeo, e dalla Cittadella (Castello Aragonese), gli abitanti, esposti i primi a tali incursioni, perché i menzionati punti prossimi alle spiagge si trovavano, si rinserravano nelle torri che all’uopo erano quivi state erette; quali torri sono rimaste a monumento della storia, chi smantellata, chi accomodata a dimora particolare.

Di esse la maggior parte furono erette col prodotto delle gabelle della Dogana istallata da Alfonso I°.
Le torri saracene di Forio
Dai merli di queste torri, e dalle bertesche, si difendevano disperatamente gli abitanti, quando venivano assaliti, spiegando quel coraggio che inspira il gran pericolo. Tutto era arma di difesa per essi; acqua bollente, pietre, macigni, e quando questi mezzi erano esauriti, le masserizie riposte in quei ridotti, tutti erano versati su gli assalitori, che tante volte erano astretti ad allontanarsi feriti, pesti e malconci”.

Oggi che queste torri – parafrasando il D’Ascia -  sono rimaste a “monumento della storia“, accomodate a dimora privata con la sola eccezione del Torrione eletto a museo civico del comune di Forio, restano la bellezza del centro storico di questo paese adagiato sulla costa ovest dell’isola e la curiosità intellettuale per anni difficili e violenti in cui la popolazione dell’isola d’Ischia si difendeva con onore, con “quel coraggio – seguendo sempre il D’Ascia – che solo ispira il gran pericolo” e che ancora oggi è uno dei tratti caratteriali più evidenti del fiero popolo ischitano.