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19/03/15

Villa Arbusto Ischia

Villa Arbusto, così detta dal toponimo della località documentato fin dal '600, è situata in incantevole posizione panoramica sull'altura prospiciente la piazza S. Restituta, di fronte al promontorio di Monte di Vico, il sito dell'acropoli di Pithecusae, mentre a pochi passi a ridosso del parco si trova il quartiere metallurgico dell'VIII sec. a.C. in località Mazzola. 

La masseria dell'Arbusto fu acquistata nel 1785 da Don Carlo Aquaviva, Duca di Atri, di antica famiglia nobile abruzzese, che vi costruì un Casino di campagna, l'attuale villa con un grande giardino retrostante in cui erano situati, e sono tuttora esistenti, un fabbricato minore per gli ospiti, una cappella, una "stufa" per l'uso terapeutico delle fumarole calde che vi sorgono, una grande cisterna per la raccolta dell'acqua piovana, il "piscinale" che, oltre a provvedere al rifornimento idrico del complesso, alimenta la vasca di una graziosa fontana

Villa Arbusto Ischia

La villa è raffigurata in una acquaforte colorata disegnata dal Rev. Cooper Willyams, cappellano di una nave della flotta di Orazio Nelson, e contenuta nel suo volume "A voyage up the Mediterranean", pubblicato a Londra nel 1802.

Spentasi nel 1805 la linea maschile degli Aquaviva, la villa passò in altre mani e per buona parte del secolo scorso era in possesso della famiglia Biondi, di origine napoletana trasferitasi a Forio d'Ischia, che spesso vi albergava ospiti di rango. 

Villa Arbusto Ischia
Cambiarono in seguito diversi altri proprietari, finché nel 1952 fu acquistata dal noto editore e produttore cinematografico Angelo Rizzoli sen. che, invaghitosi di Lacco Ameno, con la ricostruzione delle famose Terme, la costruzione degli alberghi Regina Isabella, Sporting e Reginella e la sistemazione della piazza S. Restituta, trasformò radicalmente la fisionomia del paese. 

Per la sua nuova destinazione l'aspetto della villa settecentesca è rimasto inalterato, mentre nell'interno, con la demolizione delle sovrastrutture apportate dal Rizzoli per farne una lussuosa abitazione privata, è stata ripristinata l'originaria disposizione degli ambienti.

Oggi questa villa è sede del museo di Pithecusae e del museo del delfino di Ischia, di cui vi pareleremo più avanti. 

25/01/15

Villa Arbusto Ischia

Villa Arbusto, così detta dal toponimo della località documentato fin dal '600, è situata in incantevole posizione panoramica sull'altura prospiciente la piazza S. Restituta, di fronte al promontorio di Monte di Vico, il sito dell'acropoli di Pithecusae, mentre a pochi passi a ridosso del parco si trova il quartiere metallurgico dell'VIII sec. a.C. in località Mazzola. 

La masseria dell'Arbusto fu acquistata nel 1785 da Don Carlo Aquaviva, Duca di Atri, di antica famiglia nobile abruzzese, che vi costruì un Casino di campagna, l'attuale villa con un grande giardino retrostante in cui erano situati, e sono tuttora esistenti, un fabbricato minore per gli ospiti, una cappella, una "stufa" per l'uso terapeutico delle fumarole calde che vi sorgono, una grande cisterna per la raccolta dell'acqua piovana, il "piscinale" che, oltre a provvedere al rifornimento idrico del complesso, alimenta la vasca di una graziosa fontana

Villa Arbusto Ischia

La villa è raffigurata in una acquaforte colorata disegnata dal Rev. Cooper Willyams, cappellano di una nave della flotta di Orazio Nelson, e contenuta nel suo volume "A voyage up the Mediterranean", pubblicato a Londra nel 1802.

Spentasi nel 1805 la linea maschile degli Aquaviva, la villa passò in altre mani e per buona parte del secolo scorso era in possesso della famiglia Biondi, di origine napoletana trasferitasi a Forio d'Ischia, che spesso vi albergava ospiti di rango. 

Villa Arbusto Ischia
Cambiarono in seguito diversi altri proprietari, finché nel 1952 fu acquistata dal noto editore e produttore cinematografico Angelo Rizzoli sen. che, invaghitosi di Lacco Ameno, con la ricostruzione delle famose Terme, la costruzione degli alberghi Regina Isabella, Sporting e Reginella e la sistemazione della piazza S. Restituta, trasformò radicalmente la fisionomia del paese. 

Per la sua nuova destinazione l'aspetto della villa settecentesca è rimasto inalterato, mentre nell'interno, con la demolizione delle sovrastrutture apportate dal Rizzoli per farne una lussuosa abitazione privata, è stata ripristinata l'originaria disposizione degli ambienti.

Oggi questa villa è sede del museo di Pithecusae e del museo del delfino di Ischia, di cui vi pareleremo più avanti. 

10/08/14

Villa Arbusto Ischia

Villa Arbusto, così detta dal toponimo della località documentato fin dal '600, è situata in incantevole posizione panoramica sull'altura prospiciente la piazza S. Restituta, di fronte al promontorio di Monte di Vico, il sito dell'acropoli di Pithecusae, mentre a pochi passi a ridosso del parco si trova il quartiere metallurgico dell'VIII sec. a.C. in località Mazzola. 

La masseria dell'Arbusto fu acquistata nel 1785 da Don Carlo Aquaviva, Duca di Atri, di antica famiglia nobile abruzzese, che vi costruì un Casino di campagna, l'attuale villa con un grande giardino retrostante in cui erano situati, e sono tuttora esistenti, un fabbricato minore per gli ospiti, una cappella, una "stufa" per l'uso terapeutico delle fumarole calde che vi sorgono, una grande cisterna per la raccolta dell'acqua piovana, il "piscinale" che, oltre a provvedere al rifornimento idrico del complesso, alimenta la vasca di una graziosa fontana

Villa Arbusto Ischia

La villa è raffigurata in una acquaforte colorata disegnata dal Rev. Cooper Willyams, cappellano di una nave della flotta di Orazio Nelson, e contenuta nel suo volume "A voyage up the Mediterranean", pubblicato a Londra nel 1802.

Spentasi nel 1805 la linea maschile degli Aquaviva, la villa passò in altre mani e per buona parte del secolo scorso era in possesso della famiglia Biondi, di origine napoletana trasferitasi a Forio d'Ischia, che spesso vi albergava ospiti di rango. 

Villa Arbusto Ischia
Cambiarono in seguito diversi altri proprietari, finché nel 1952 fu acquistata dal noto editore e produttore cinematografico Angelo Rizzoli sen. che, invaghitosi di Lacco Ameno, con la ricostruzione delle famose Terme, la costruzione degli alberghi Regina Isabella, Sporting e Reginella e la sistemazione della piazza S. Restituta, trasformò radicalmente la fisionomia del paese. 

Per la sua nuova destinazione l'aspetto della villa settecentesca è rimasto inalterato, mentre nell'interno, con la demolizione delle sovrastrutture apportate dal Rizzoli per farne una lussuosa abitazione privata, è stata ripristinata l'originaria disposizione degli ambienti.

Oggi questa villa è sede del museo di Pithecusae e del museo del delfino di Ischia, di cui vi pareleremo più avanti. 

19/03/14

Villa Arbusto Ischia

Villa Arbusto, così detta dal toponimo della località documentato fin dal '600, è situata in incantevole posizione panoramica sull'altura prospiciente la piazza S. Restituta, di fronte al promontorio di Monte di Vico, il sito dell'acropoli di Pithecusae, mentre a pochi passi a ridosso del parco si trova il quartiere metallurgico dell'VIII sec. a.C. in località Mazzola. 

La masseria dell'Arbusto fu acquistata nel 1785 da Don Carlo Aquaviva, Duca di Atri, di antica famiglia nobile abruzzese, che vi costruì un Casino di campagna, l'attuale villa con un grande giardino retrostante in cui erano situati, e sono tuttora esistenti, un fabbricato minore per gli ospiti, una cappella, una "stufa" per l'uso terapeutico delle fumarole calde che vi sorgono, una grande cisterna per la raccolta dell'acqua piovana, il "piscinale" che, oltre a provvedere al rifornimento idrico del complesso, alimenta la vasca di una graziosa fontana

Villa Arbusto Ischia

La villa è raffigurata in una acquaforte colorata disegnata dal Rev. Cooper Willyams, cappellano di una nave della flotta di Orazio Nelson, e contenuta nel suo volume "A voyage up the Mediterranean", pubblicato a Londra nel 1802.

Spentasi nel 1805 la linea maschile degli Aquaviva, la villa passò in altre mani e per buona parte del secolo scorso era in possesso della famiglia Biondi, di origine napoletana trasferitasi a Forio d'Ischia, che spesso vi albergava ospiti di rango. 

Villa Arbusto Ischia
Cambiarono in seguito diversi altri proprietari, finché nel 1952 fu acquistata dal noto editore e produttore cinematografico Angelo Rizzoli sen. che, invaghitosi di Lacco Ameno, con la ricostruzione delle famose Terme, la costruzione degli alberghi Regina Isabella, Sporting e Reginella e la sistemazione della piazza S. Restituta, trasformò radicalmente la fisionomia del paese. 

Per la sua nuova destinazione l'aspetto della villa settecentesca è rimasto inalterato, mentre nell'interno, con la demolizione delle sovrastrutture apportate dal Rizzoli per farne una lussuosa abitazione privata, è stata ripristinata l'originaria disposizione degli ambienti.

Oggi questa villa è sede del museo di Pithecusae e del museo del delfino di Ischia, di cui vi pareleremo più avanti. 

26/01/14

Villa Arbusto Ischia

Villa Arbusto, così detta dal toponimo della località documentato fin dal '600, è situata in incantevole posizione panoramica sull'altura prospiciente la piazza S. Restituta, di fronte al promontorio di Monte di Vico, il sito dell'acropoli di Pithecusae, mentre a pochi passi a ridosso del parco si trova il quartiere metallurgico dell'VIII sec. a.C. in località Mazzola. 

La masseria dell'Arbusto fu acquistata nel 1785 da Don Carlo Aquaviva, Duca di Atri, di antica famiglia nobile abruzzese, che vi costruì un Casino di campagna, l'attuale villa con un grande giardino retrostante in cui erano situati, e sono tuttora esistenti, un fabbricato minore per gli ospiti, una cappella, una "stufa" per l'uso terapeutico delle fumarole calde che vi sorgono, una grande cisterna per la raccolta dell'acqua piovana, il "piscinale" che, oltre a provvedere al rifornimento idrico del complesso, alimenta la vasca di una graziosa fontana

Villa Arbusto Ischia

La villa è raffigurata in una acquaforte colorata disegnata dal Rev. Cooper Willyams, cappellano di una nave della flotta di Orazio Nelson, e contenuta nel suo volume "A voyage up the Mediterranean", pubblicato a Londra nel 1802.

Spentasi nel 1805 la linea maschile degli Aquaviva, la villa passò in altre mani e per buona parte del secolo scorso era in possesso della famiglia Biondi, di origine napoletana trasferitasi a Forio d'Ischia, che spesso vi albergava ospiti di rango. 

Villa Arbusto Ischia
Cambiarono in seguito diversi altri proprietari, finché nel 1952 fu acquistata dal noto editore e produttore cinematografico Angelo Rizzoli sen. che, invaghitosi di Lacco Ameno, con la ricostruzione delle famose Terme, la costruzione degli alberghi Regina Isabella, Sporting e Reginella e la sistemazione della piazza S. Restituta, trasformò radicalmente la fisionomia del paese. 

Per la sua nuova destinazione l'aspetto della villa settecentesca è rimasto inalterato, mentre nell'interno, con la demolizione delle sovrastrutture apportate dal Rizzoli per farne una lussuosa abitazione privata, è stata ripristinata l'originaria disposizione degli ambienti.

Oggi questa villa è sede del museo di Pithecusae e del museo del delfino di Ischia, di cui vi pareleremo più avanti. 

17/10/13

L’isola d’Ischia e gli anni di Angelo Rizzoli

La milllenaria storia dell’isola d’Ischia può essere in parte spiegata attraverso i suoi miti di fondazione. Grandi racconti epici che sottolineano, sia pure in maniera enfatica, i passaggi decisivi della comunità locale nel corso dei secoli.


Così, se alle due leggende di Tifeo e dei Cercopi si fa ricorso per spiegare l’ingresso di Ischia nell’antichità e, per la modernità ci si rivolge invece al saggio “De remedi naturali che sono nell’isola di Pithecusa, hoggi detta Ischia” (1586), del medico calabrese Giulio Iasolino – è al Cavaliere Angelo Rizzoli (1889 – 1970) cui generalmente si fa riferimento per spiegare l’attuale configurazione socio-economica dell’isola.

L’isola d’Ischia e gli anni di Angelo Rizzoli


Gli investimenti alberghieri realizzati a Ischia dall’imprenditore milanese quasi sempre sono stati assunti dalla pubblicistica, non solo quella turistica, come lo spartiacque economico e sociale della comunità isolana. Le opere senza cui nulla – turismo, benessere, occupazione – sarebbe mai stato realizzato. Va da sè che è esagerato fare di Angelo Rizzoli l’artefice unico dello sviluppo turistico dell’isola, anche se è proprio l’eccessiva enfasi celebrativa che, per altro verso, ci restituisce l’importanza che ha avuto l’uomo nel portare Ischia fuori dalle difficoltà della guerra.



Rizzoli sbarcò a Ischia nel 1950 per controllare se aveva ben investito i 50 milioni di lire prestati al ginecologo milanese e suo amico personale Piero Malcovati, deciso, quest’ultimo, a rilanciare le terme isolane. Dapprima riottoso sull’operazione, ben presto rimase stregato dalla bellezza dell’isola, in particolar modo da Lacco Ameno dove, più che negli altri comuni, c’erano condizioni favorevoli all’avvio di una serie di acquisizioni finalizzata alla realizzazione di un importante polo alberghiero.

L’isola d’Ischia e gli anni di Angelo Rizzoli : la Villa Arbusto


Fu così che si procedette all’acquisto delle vicine Terme Regina Isabella e delle Terme Radium Santa Restituta per farne un unico complesso alberghiero, quell’Albergo della Regina Isabella (con annessa depandance, Royal Sporting) ancora oggi, che sono passati di più di cinquant’anni, fiore all’occhiello dell’intera isola d’Ischia. Per non dire dell’acquisizione e ristrutturazione dell’Hotel Terme Manzi di Casamicciola Terme e della costruzione, di nuovo a Lacco Ameno, dell’Hotel Reginella con all’interno, addirittura, cinema e teatro per l’intrattenimento della clientela d’élite.



Tutto in soli sei anni, dal 1951 al 1957. Dieci, se consideriamo la realizzazione, nel 1961, di un’infrastruttura fondamentale per l’isola d’Ischia come l’ospedale pubblico intitolato alla moglie Anna.

L’isola d’Ischia e gli anni di Angelo Rizzoli


Ma la storia imprenditoriale di Angelo Rizzoli sull’isola d’Ischia è anche una serie di occasioni andate perse, come la mancata realizzazione di un piccolo aeroporto nella piana di Campotese a Forio, o la valorizzazione turistica dei bacini idrotermali di Nitrodi e dell’Olmitello a Barano d’Ischia. Ciò nonostante il rapporto con Ischia andò al di là della legittima tutela dei suoi interessi alberghieri, se è vero, come è vero, che dopo l’acquisto della bellissima Villa Arbusto, residenza patrizia della fine del XVIII secolo sul corso di Lacco Ameno, Angelo Rizzoli ne fece, sia pure per un breve periodo, addirittura primo e più importante domicilio fiscale (oggi museo intitolato proprio al Commendatore Rizzoli).



Non solo. Nei tumultuosi ‘50 del ‘900 il Cavaliere attivò tutti i suoi canali editoriali – cinematografici e giornalistici – a sostegno dell’immagine dell’isola d’Ischia e, naturalmente, dei suoi interessi. “Suor Letizia“, “Vacanze ad Ischia“, “Appuntamento a Ischia“, “Ischia operazione amore”  furono tutte pellicole commerciali funzionali ad una più ampia strategia di quello che oggi si chiama marketing territoriale, teso a promuovere un’isola che in quegli anni veniva letteralmente presa d’assalto dal jet-set internazionale.

L’isola d’Ischia e gli anni di Angelo Rizzoli


La morte di Rizzoli nel 1970 segna in qualche modo anche la fine, o quanto meno il progressivo ridimensionamento, di un turismo d’élite che negli anni successivi ha preferito rivolgersi altrove, dalla vicina Capri alla Costa Smeralda. A Ischia è restato il primato di località turistica di massa, di isola dai grandi numeri, meta privilegiata del mercato tedesco in ragione del tasso di cambio vantaggioso con il marco e, sul fronte interno, di quel ceto medio che per molti anni è stato il vero motore della crescita in Italia.

21/08/13

Cose da fare a Ischia in una settimana

Ischia non è solamente una località balneare, per cui se desiderate anche altro da una vacanza, – oltre alla spiaggia e la tintarella -, l’isola è il posto che fa per Voi. Di seguito alcuni consigli pratici su come trascorrere una settimana di ferie sull’isola più grande del Golfo di Napoli.

Giorno 1
Cose da fare a Ischia in una settimana
La prima cosa da fare è prenotare subito l’imbarco per il ritorno, tanto più se il periodo scelto per la vacanza è in alta stagione. Ne va della tranquillità del soggiorno e, soprattutto, del rientro. Quindi meglio sbrigare la faccenda appena sbarcati.

Una settimana è un lasso di tempo sufficiente a conoscere un’isola come Ischia, per cui il suggerimento, dopo essere arrivati a destinazione, è non andare di fretta. Sta bene riposare un pò, o, meglio ancora, dare una sbirciata al materiale informativo sull’isola

Cose da fare a Ischia in una settimana
Chiaramente, se vi interessa conoscere storia e radici dell’isola d’Ischia occorre visitarne i luoghi della memoria come il Museo di Pithecusa, all’interno della bellissima Villa Arbusto, nel comune di  Lacco Ameno e gli Scavi di Santa Restituta, sempre nella piccola cittadina termale sul versante settentrionale dell’isola.

A cena si può tranquillamente optare per uno dei ristoranti che si susseguono lungo il corso di Lacco Ameno, oppure va bene anche spostarsi nella vicina spiaggia di San Francesco, a Forio. Ci sono una serie di ristoranti sul mare che, oltre a essere molto romantici, propongono una cucina marinara di buon livello.

Giorno 2

Cose da fare a Ischia in una settimana
Il secondo giorno è da dedicare al wellness. Non svegliatevi molto tardi e filate dritti ai Giardini Poseidon di Forio. Ischia è famosa in tutto il mondo per le sue terme, e questo parco termale, che si trova alla fine della baiadi Citara, è in assoluto tra i più belli e grandi d’Europa. 

Cose da fare a Ischia in una settimana
A cena, stavolta, bisogna provare la cucina di terra dell’isola d’Ischia. Non si direbbe, trattandosi di un’isola, ma la gastronomia di Ischia è più legata al suo retaggio agricolo che non al fatto di essere una località di mare, anche se l’appunto non autorizza affatto a ritenere che non si mangi del buon pesce, anzi. Tuttavia, la pietanza tipica della gastronomia locale è sua maestà il coniglio.

Giorno 3

Dopo i Musei di Pithecusa e Santa Restituta, è la volta di visitare il simbolo dell’isola d’Ischia, il Castello Aragonese.

Cose da fare a Ischia in una settimana
Già solo il panorama, che va dalla penisola sorrentina fino al golfo di Gaeta, vale la visita, anche se pure gli interni, interessati in più parti da un’importante opera di ristrutturazione, meritano senz’altro un’ispezione attenta.Terminata la visita al Castello, c’è l’antico borgo di Ischia Ponte. Il consiglio è di rimanerci a pranzo, o al più tornarci a cena. L’atmosfera è più raccolta rispetto ad altre località dell’isola e in più i diversi ristoranti della zona propongono una cucina di buon livello.

In alternativa per la serata c’è il corso di Ischia Porto, vero e propriocentro commerciale naturale, magari fino alla riva destra del porto, tra ristorantipiano barnegozi tipici e boutiques con le migliori firme del prêt-à-porter e dell’alta moda.

Giorno 4

Cose da fare a Ischia in una settimana
È tempo di rendere omaggio al Monte Epomeo. La vetta della montagna è facilmente raggiungibile dalla piazza di Fontana (Serrara Fontana), l’ideale per gli amanti delle foto naturalistiche che avranno certo di che sbizarrirsi davanti a uno sky lineche abbraccia le isole di Capri e PonzaNapoli, il Vesuvio, la penisola sorrentinaFantascienza o no, guadagnare la vetta del monte simbolo dell’isola d’Ischia ha, in qualche modo, un significato mistico, così come ce l’hanno le due alternative abbinabili all’escursione. 

Una volta ridiscesi infatti, il consiglio è quello di ritemprarsi nelle acque sorgive del parco termale naturale di Nitrodi (Barano d’Ischia), oppure nell’altra località, decisamente più spartana, di Sorgeto (Forio).

Giorno 5

Cose da fare a Ischia in una settimana
Sant’Angelo, conosciuta anche come la “piccola Capri” è un antico borgo di pescatori che si trova nella parte meridionale dell’isola, nel comune di Serrara Fontana. Insieme a Ischia Ponte e, per alcuni aspetti al Borgo di Sant’Alessandro, è uno degli splendidi esempi di architettura mediterranea di cui l’isola d’Ischia può menar vanto. Il borgo è idealmente diviso in due.

A valle ci sono la piazzetta e il porticciolo turistico con tutto il corredo di boutiquescaffè e ristoranti. Nella parte alta, comunemente chiamata “la Madonnella“, ci sono la Chiesa di San Michele Arcangelo (patrono del borgo), un piccolo e assai suggestivo cimitero e alcune delle strutture ricettive più importanti della zona;  in qualche caso, dell’intera isola.

Oltre che con la baia di Sorgeto, il servizio di taxiboat  fa spola anche con la vicina spiaggia dei Maronti (Barano), dove vale la pena, dopo la visita del borgo, trascorrere la giornata.

Cose da fare a Ischia in una settimana
Di ritorno dai Maronti e da Sant’Angelo, è sicuramente cosa ben fatta una visita alla splendida Chiesa del Soccorso, a Forio. Dall’ampio terrazzo che circonda la chiesa, capita di assistere, se fortunati, al fenomeno ottico del raggio verde dovuto alla rifrazione della luce solare da parte dell’atmosfera.

Dopo aver visitato il Soccorso, si può tranquillamente rimanere a Forio, magari è l’occasione giusta per trascorrere una serata in uno dei diversi pub che ci sono al centro e sul tratto di lungomare che costeggia il porto. Del resto, anche le paninoteche sull’isola d’Ischia, hanno il loro piatto/panino tipico: la zingara

Giorno 6

Cose da fare a Ischia in una settimana
Dopo i Poseidon, è la volta del Negombo (Lacco Ameno) o anche del Parco Castiglione (Casamicciola Terme). In realtà, in giro per l’isola ci sono anche altri parchi termali, ma questi due, insieme ai Poseidon, hanno la fama di essere una spanna sopra gli altri.

Dopo una giornata trascorsa in uno stabilimento termale, buon senso vuole che per il resto della giornata non ci si dedichi a nient’altro di faticoso. Si può trascorrere la serata ad acquistare i gadgets e i souvenirs da portare a casa, oppure sedersi in qualche pizzeria. In ambo i casi, il negozio di souvenirs piuttosto che la scelta della pizzeria, l’offerta di Ischia è di primissimo livello! L’isola vanta una secolare tradizione ceramistica, che non ha niente da invidiare a quella, più celebrata della penisola sorrentina. È possibile unire l’utile e il dilettevole selezionando gli acquisti e mangiando la pizza per i vicini e graziosi corsi di Lacco Ameno e Casamicciola Terme.

Giorno 7

Cose da fare a Ischia in una settimana
Si torna a casa. Si consiglia di comunque godersi di una bella ultima giornata di mare. Ovviamente senza allontanarsi molto da dove ci si trova, ché poi bisogna rientrare per riprendere le proprie cose. Consultare un elenco completo delle spiaggedell’isola d’Ischia è di sicuro di qualche utilità.

09/08/13

Cose da fare a Ischia in una settimana

Ischia non è solamente una località balneare, per cui se desiderate anche altro da una vacanza, – oltre alla spiaggia e la tintarella -, l’isola è il posto che fa per Voi. Di seguito alcuni consigli pratici su come trascorrere una settimana di ferie sull’isola più grande del Golfo di Napoli.

Giorno 1
Cose da fare a Ischia in una settimana
La prima cosa da fare è prenotare subito l’imbarco per il ritorno, tanto più se il periodo scelto per la vacanza è in alta stagione. Ne va della tranquillità del soggiorno e, soprattutto, del rientro. Quindi meglio sbrigare la faccenda appena sbarcati.

Una settimana è un lasso di tempo sufficiente a conoscere un’isola come Ischia, per cui il suggerimento, dopo essere arrivati a destinazione, è non andare di fretta. Sta bene riposare un pò, o, meglio ancora, dare una sbirciata al materiale informativo sull’isola

Cose da fare a Ischia in una settimana
Chiaramente, se vi interessa conoscere storia e radici dell’isola d’Ischia occorre visitarne i luoghi della memoria come il Museo di Pithecusa, all’interno della bellissima Villa Arbusto, nel comune di  Lacco Ameno e gli Scavi di Santa Restituta, sempre nella piccola cittadina termale sul versante settentrionale dell’isola.

A cena si può tranquillamente optare per uno dei ristoranti che si susseguono lungo il corso di Lacco Ameno, oppure va bene anche spostarsi nella vicina spiaggia di San Francesco, a Forio. Ci sono una serie di ristoranti sul mare che, oltre a essere molto romantici, propongono una cucina marinara di buon livello.

Giorno 2

Cose da fare a Ischia in una settimana
Il secondo giorno è da dedicare al wellness. Non svegliatevi molto tardi e filate dritti ai Giardini Poseidon di Forio. Ischia è famosa in tutto il mondo per le sue terme, e questo parco termale, che si trova alla fine della baiadi Citara, è in assoluto tra i più belli e grandi d’Europa. 

Cose da fare a Ischia in una settimana
A cena, stavolta, bisogna provare la cucina di terra dell’isola d’Ischia. Non si direbbe, trattandosi di un’isola, ma la gastronomia di Ischia è più legata al suo retaggio agricolo che non al fatto di essere una località di mare, anche se l’appunto non autorizza affatto a ritenere che non si mangi del buon pesce, anzi. Tuttavia, la pietanza tipica della gastronomia locale è sua maestà il coniglio.

Giorno 3

Dopo i Musei di Pithecusa e Santa Restituta, è la volta di visitare il simbolo dell’isola d’Ischia, il Castello Aragonese.

Cose da fare a Ischia in una settimana
Già solo il panorama, che va dalla penisola sorrentina fino al golfo di Gaeta, vale la visita, anche se pure gli interni, interessati in più parti da un’importante opera di ristrutturazione, meritano senz’altro un’ispezione attenta.Terminata la visita al Castello, c’è l’antico borgo di Ischia Ponte. Il consiglio è di rimanerci a pranzo, o al più tornarci a cena. L’atmosfera è più raccolta rispetto ad altre località dell’isola e in più i diversi ristoranti della zona propongono una cucina di buon livello.

In alternativa per la serata c’è il corso di Ischia Porto, vero e propriocentro commerciale naturale, magari fino alla riva destra del porto, tra ristoranti, piano bar, negozi tipici e boutiques con le migliori firme del prêt-à-porter e dell’alta moda.

Giorno 4

Cose da fare a Ischia in una settimana
È tempo di rendere omaggio al Monte Epomeo. La vetta della montagna è facilmente raggiungibile dalla piazza di Fontana (Serrara Fontana), l’ideale per gli amanti delle foto naturalistiche che avranno certo di che sbizarrirsi davanti a uno sky lineche abbraccia le isole di Capri e Ponza, Napoli, il Vesuvio, la penisola sorrentinaFantascienza o no, guadagnare la vetta del monte simbolo dell’isola d’Ischia ha, in qualche modo, un significato mistico, così come ce l’hanno le due alternative abbinabili all’escursione. 

Una volta ridiscesi infatti, il consiglio è quello di ritemprarsi nelle acque sorgive del parco termale naturale di Nitrodi (Barano d’Ischia), oppure nell’altra località, decisamente più spartana, di Sorgeto (Forio).

Giorno 5

Cose da fare a Ischia in una settimana
Sant’Angelo, conosciuta anche come la “piccola Capri” è un antico borgo di pescatori che si trova nella parte meridionale dell’isola, nel comune di Serrara Fontana. Insieme a Ischia Ponte e, per alcuni aspetti al Borgo di Sant’Alessandro, è uno degli splendidi esempi di architettura mediterranea di cui l’isola d’Ischia può menar vanto. Il borgo è idealmente diviso in due.

A valle ci sono la piazzetta e il porticciolo turistico con tutto il corredo di boutiques, caffè e ristoranti. Nella parte alta, comunemente chiamata “la Madonnella“, ci sono la Chiesa di San Michele Arcangelo (patrono del borgo), un piccolo e assai suggestivo cimitero e alcune delle strutture ricettive più importanti della zona;  in qualche caso, dell’intera isola.

Oltre che con la baia di Sorgeto, il servizio di taxiboat  fa spola anche con la vicina spiaggia dei Maronti (Barano), dove vale la pena, dopo la visita del borgo, trascorrere la giornata.

Cose da fare a Ischia in una settimana
Di ritorno dai Maronti e da Sant’Angelo, è sicuramente cosa ben fatta una visita alla splendida Chiesa del Soccorso, a Forio. Dall’ampio terrazzo che circonda la chiesa, capita di assistere, se fortunati, al fenomeno ottico del raggio verde dovuto alla rifrazione della luce solare da parte dell’atmosfera.

Dopo aver visitato il Soccorso, si può tranquillamente rimanere a Forio, magari è l’occasione giusta per trascorrere una serata in uno dei diversi pub che ci sono al centro e sul tratto di lungomare che costeggia il porto. Del resto, anche le paninoteche sull’isola d’Ischia, hanno il loro piatto/panino tipico: la zingara

Giorno 6

Cose da fare a Ischia in una settimana
Dopo i Poseidon, è la volta del Negombo (Lacco Ameno) o anche del Parco Castiglione (Casamicciola Terme). In realtà, in giro per l’isola ci sono anche altri parchi termali, ma questi due, insieme ai Poseidon, hanno la fama di essere una spanna sopra gli altri.

Dopo una giornata trascorsa in uno stabilimento termale, buon senso vuole che per il resto della giornata non ci si dedichi a nient’altro di faticoso. Si può trascorrere la serata ad acquistare i gadgets e i souvenirs da portare a casa, oppure sedersi in qualche pizzeria. In ambo i casi, il negozio di souvenirs piuttosto che la scelta della pizzeria, l’offerta di Ischia è di primissimo livello! L’isola vanta una secolare tradizione ceramistica, che non ha niente da invidiare a quella, più celebrata della penisola sorrentina. È possibile unire l’utile e il dilettevole selezionando gli acquisti e mangiando la pizza per i vicini e graziosi corsi di Lacco Ameno e Casamicciola Terme.

Giorno 7

Cose da fare a Ischia in una settimana
Si torna a casa. Si consiglia di comunque godersi di una bella ultima giornata di mare. Ovviamente senza allontanarsi molto da dove ci si trova, ché poi bisogna rientrare per riprendere le proprie cose. Consultare un elenco completo delle spiaggedell’isola d’Ischia è di sicuro di qualche utilità.