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28/05/18

10 curiosità sull'isola d'Ischia

L'Epomeo non è un vulcano

L'Epomeo non è un vulcano, ma un blocco inclinato di tufo verde, esito di un millenario processo di innalzamento di materiale piroclastico noto come "risorgenza calderica". In pratica, a creare il monte sarebbe stata la spinta verticale di una camera magmatica sottomarina peraltro ancora attiva. Il primo a formulare questa teoria, nota come teoria dell'horst, fu il geologo svizzero Alfred Rittman (1893 - 1980), padre della vulcanologia moderna a cui, da tanti anni, è intitolata una piazzetta nei pressi dell'ex carcere di Punta Molino nel comune di Ischia. Perciò, se pensate che da qualche parte, sull'Epomeo, ci sia un cono vulcanico verticale come sul Vesuvio e l'Etna, rimarrete delusi. Ciò non toglie che il gigante buono dell'isola d'Ischia regali molti altri spunti, dai mille panorami fino alla caratteristica pietra verde locale.

10 curiosità sull'isola d'Ischia

Isola Verde

Molti pensano che "Isola Verde", l'altro appellativo con cui Ischia è conosciuta nel mondo, sia un riferimento alla straripante vegetazione del territorio. Sbagliato. Verde, è la pietra di tufo locale e, secondo gran parte della comunità scientifica, la particolare colorazione è dovuta all'ingressione marina a seguito dello sprofondamento, e successivo innalzamento, della camera magmatica cui si è accennato sopra. Del resto, la piantumazione delle pinete di Ischia risale alla seconda metà del XIX secolo; mentre quelle di Barano e Casamicciola addirittura agli anni '30 e '50 del secolo scorso. A sostegno di quest'interpretazione, inoltre, due grandi scrittori del passato, Norman Douglas e Truman Capote, d'accordo nel descrivere Ischia come un'isola pietrosa, molto simile alla Grecia. I due scrittori trascorsero lunghi soggiorni sull'isola, rispettivamente nel 1931 (Douglas) e nel 1949 (Capote), prima appunto che venissero completate le pinete di Fiaiano e della Maddalena che sono, insieme al bosco di castagni della Falanga, i polmoni verdi più importanti dell'isola d'Ischia.

Fosse della neve

Fino agli anni venti del secolo scorso, la neve e la grandine cadute durante i mesi invernali venivano raccolte e ammassate in profonde buche rivestite all'interno con la caratteristica pietra verde locale. Ciascuno strato, fino al perimetro della buca, veniva di volta in volta coperto con fogliame e tronchi d'albero in modo da agevolare la successiva trasformazione in ghiaccio del materiale raccolto nel corso del tempo. Ghiaccio che serviva, chiaramente, nei mesi estivi per raffreddare l'acqua e il vino, e per conservare un po' più a lungo gli alimenti. Un esempio mirabile, quello delle fosse della neve, della straordinaria capacità adattativa delle antiche maestranze agricole a una natura difficle ancorché generosa di frutti.

10 curiosità sull'isola d'Ischia
Il regno sotterraneo di Agharti

L'Epomeo, oltre che per gli aspetti geologici, è celebre per essere al centro di numerose storie. Tra queste, senza dubbio la più famosa, è la leggenda che vuole l'eremo di San Nicola una delle porte di ingresso per il centro della terra. Non mancano, a riguardo, cartografie liberamente ispirate alla "Teoria della Terra Cava", secondo cui, appunto, il centro della terra sarebbe abitato da una civiltà millenaria, gli Agharti, cui apparterrebbero anche i disco volanti periodicamente avvistati in giro per il mondo, Ischia compresa. Un racconto di fantascienza che però ha un seguito letterario internazionale e un ritorno turistico che tocca pure l'isola d'Ischia.

10 curiosità sull'isola d'Ischia

I fratelli Sanfilippo

L'apporto prezioso di potassio, unitamente all'ottima capacità drenante, sono due motivi per cui i terreni tufacei dell'isola d'Ischia sono, da sempre, indicati per la viticoltura. I pericoli erano - e tuttora sono - le numerose malattie della vite. Due in particolare, assai diffuse nella seconda metà dell'800: l'oidio, meglio conosciuto come mal bianco, e la filossera, vere e proprie calamità naturali per i vigneti dell'epoca. Almeno fino all'arrivo sull'isola, nel 1855, dei fratelli Sanfilippo che grazie al loro prodotto a base di zolfo risollevarono le sorti di un "fetido ed appassito Lazzaro quatriduano" secondo la definizione che lo storico locale Giuseppe D'Ascia diede del paesaggio del vino sull'isola d'Ischia nella seconda metà dell''800. In cambio, però, i tre fratelli provenienti dall'arcipelago delle Eolie, non ottennero dai vignaiuoli ischitani quanto pattuito prima del trattamento. Un'onta terribile che costò la morte di crepacuore a uno dei tre, in memoria del quale fu eretta un'edicola votiva in Via Nuova De' Conti a Ischia Porto.

10 curiosità sull'isola d'Ischia

L'anarchico Gino Lucetti

Sono tante le storie che hanno attraversato il '900 dell'isola d'Ischia. Ce n'è una, però, su cui finalmente si è tornati a discutere dopo anni di oblio, ed è la vicenda dell'anarchico Gino Lucetti da Carrara, morto sul porto d'Ischia il 17 settembre 1943 sotto i colpi di un violento bombardamento tedesco. Lucetti, che nel 1926 aveva attentato alla vita di Benito Mussolini nei pressi della breccia di Porta Pia in Roma, si trovava a Ischia dopo l'intervento alleato e l'armistizio firmato appena nove giorni prima (8 settembre 1943) di trovare la morte. Insieme a lui, il diciottenne Francesco Buono, desideroso di apprendere dalla viva voce del protagonista i momenti concitati del tentato omicidio del Duce e i successivi anni di prigionia sulla vicina isola di Santo Stefano. Purtroppo, però, le bombe tedesche non diedero scampo ai due, stroncando la giovane vita di Francesco Buono e il desiderio, invece, di farsene finalmente un'altra, dell'anarchico Lucetti.

Rachele Mussolini al confino

Dopo la II guerra mondiale, Rachele Guidi, vedova di Benito Mussolini, venne mandata al confino sull'isola d'Ischia, per la precisione a Forio, in una casa poco distante dal Torrione, la più grande delle torri saracene disseminate per il paese. Insieme a lei, i figli Romano, Vittorio e Annamaria, perfettamente inseriti nella vita libera e un po' selvaggia dei ragazzi del posto. Quasi 10 anni trascorsi all'ombra del Torrione senza grande clamore, eccezion fatta per un'intervista rilasciata al giornalista de "Il Messaggero" Bruno D'Agostini e per il ritratto pubblico - tuttavia edito molti anni dopo - che ne fece lo scrittore statunitense Truman Capote in vacanza sull'isola d'Ischia insieme al compagno Jack Dunphy. "La vedova del dittatore morto e tre dei suoi figli – scriveva l'autore di "Colazione da Tiffany" – vivono qui in una specie di esilio volontario, immagino. Non è difficile vedere la signora Mussolini che, in tutto simile alle donne dell’isola, vestita poveramente di nero, si trascina su per la salita, un po' piegata da una parte per il peso della borsa della spesa. Il suo viso non ha quasi espressione, ma una volta l’ho vista sorridere. Passava per il paese un uomo con un pappagallo che pescava pianeti della fortuna da un vaso di vetro, e la signora Mussolini, fermatasi a consultarlo, lesse il proprio futuro, mentre sulle labbra le si disegnava un sorriso appena accennato, leonardesco“.

10 curiosità sull'isola d'Ischia
L'isola dei morti di Arnold Böcklin

Per molti anni si è ritenuto che l'isolotto dipinto nel celebre "Die Toteninsel" di Arnold Böcklin (1827 - 1901) fosse l’isola di Pontikonissi (Isola dei topi), davanti la costa di Corfù, in Grecia. Qualcun altro sosteneva, invece, si trattasse dell'isola di San Giorgio a largo delle coste della Repubblica di Montenegro, nell'ex Jugoslavia; nessuno, però, prima dello scrittore e storico dell’arte Hans Holenweg aveva mai fatto cenno al Castello Aragonese come probabile fonte d'ispirazione per una delle opere più famose al mondo. Il parere di Holenweg non è uno tra i tanti, dal momento che questo studioso svizzero è il fondatore e curatore personale dell’archivio completo delle opere e della vita di Böcklin. Il giudizio, inoltre, muove dalla circostanza che l'artista nel 1879, l'anno precedente la prima delle 5 versioni del quadro, effettuò un periodo di cure termali sull'isola d'Ischia, soggiornando in una pensione dalle parti di Ischia Ponte. Da qui la familiarità con il maniero di Alfonso V d'Aragona, cui va aggiunta la consuetudine dei pescatori di Ischia Ponte di seppellire i propri morti in un piccolo cimitero adiacente la Torre Guevara a Cartaromana. Ambienti e scene che sarebbero poi stati trasferiti e reinterpretati su tela dando vita a un'opera dal fascino esoterico di cui si innamorò, tra gli altri, Adolph Hitler, il fuhrer del nazismo.

10 curiosità sull'isola d'Ischia
 La Pietra della Nave

Uno scoglio leggendario, addirittura, secondo lo storico Philippe Champault, la galea che Alcinoo, re dei Feaci, mise a disposizione di Ulisse nel viaggio di ritorno a Itaca. La nave, tuttavia, venne pietrificata da Poseidone furente per non esser riuscito a fermare l'eroe responsabile della morte del figlio, il ciclope Polifemo. Ovviamente, la collocazione sull'isola del racconto omerico parte dall'assunto, sposato dallo storico francese, secondo cui "Scheria" la terra dei mitici Feaci, fosse in realtà Ischia e non Corfù, come sostenuto dal connazionale Vittorio Berard.

10 curiosità sull'isola d'Ischia
Acidificazione del mare

Per anni Ischia ha rappresentato il confine climatico per le specie marine che abitano il Mediterraneo meridionale e quelle che, invece, di norma popolano il Mediterraneo settentrionale. Da qui un'importante serie di ricerche per monitorare migrazione, variazione e composizione delle specie presenti nel nostro mare; studi fondamentali, tra l'altro, per l'istituzione, nel 2007, dell'Area Marina Protetta Regno Di Nettuno. Negli ultimi tempi, tuttavia, si è aggiunto un altro interessantissimo ambito di studio: il sito subacqueo del Castello Aragonese è stato scelto, infatti, dalla comunità scientifica, come uno dei campi di studio del complesso fenomeno dell'acidificazione dei mari. Nel sito in questione sono presenti emissioni di biossido di carbonio (CO2), uno dei gas responsabili dell'“Effetto Serra”, e perciò lo studio dell'acidificazione dei mari può serivire da metro di valutazione per simulare gli effetti futuri di un'intensificazione del fenomeno nell'atmosfera terrestre.

10 curiosità sull'isola d'Ischia

20/08/17

10 curiosità sull'isola d'Ischia

L'Epomeo non è un vulcano

L'Epomeo non è un vulcano, ma un blocco inclinato di tufo verde, esito di un millenario processo di innalzamento di materiale piroclastico noto come "risorgenza calderica". In pratica, a creare il monte sarebbe stata la spinta verticale di una camera magmatica sottomarina peraltro ancora attiva. Il primo a formulare questa teoria, nota come teoria dell'horst, fu il geologo svizzero Alfred Rittman (1893 - 1980), padre della vulcanologia moderna a cui, da tanti anni, è intitolata una piazzetta nei pressi dell'ex carcere di Punta Molino nel comune di Ischia. Perciò, se pensate che da qualche parte, sull'Epomeo, ci sia un cono vulcanico verticale come sul Vesuvio e l'Etna, rimarrete delusi. Ciò non toglie che il gigante buono dell'isola d'Ischia regali molti altri spunti, dai mille panorami fino alla caratteristica pietra verde locale.

10 curiosità sull'isola d'Ischia

Isola Verde

Molti pensano che "Isola Verde", l'altro appellativo con cui Ischia è conosciuta nel mondo, sia un riferimento alla straripante vegetazione del territorio. Sbagliato. Verde, è la pietra di tufo locale e, secondo gran parte della comunità scientifica, la particolare colorazione è dovuta all'ingressione marina a seguito dello sprofondamento, e successivo innalzamento, della camera magmatica cui si è accennato sopra. Del resto, la piantumazione delle pinete di Ischia risale alla seconda metà del XIX secolo; mentre quelle di Barano e Casamicciola addirittura agli anni '30 e '50 del secolo scorso. A sostegno di quest'interpretazione, inoltre, due grandi scrittori del passato, Norman Douglas e Truman Capote, d'accordo nel descrivere Ischia come un'isola pietrosa, molto simile alla Grecia. I due scrittori trascorsero lunghi soggiorni sull'isola, rispettivamente nel 1931 (Douglas) e nel 1949 (Capote), prima appunto che venissero completate le pinete di Fiaiano e della Maddalena che sono, insieme al bosco di castagni della Falanga, i polmoni verdi più importanti dell'isola d'Ischia.

Fosse della neve

Fino agli anni venti del secolo scorso, la neve e la grandine cadute durante i mesi invernali venivano raccolte e ammassate in profonde buche rivestite all'interno con la caratteristica pietra verde locale. Ciascuno strato, fino al perimetro della buca, veniva di volta in volta coperto con fogliame e tronchi d'albero in modo da agevolare la successiva trasformazione in ghiaccio del materiale raccolto nel corso del tempo. Ghiaccio che serviva, chiaramente, nei mesi estivi per raffreddare l'acqua e il vino, e per conservare un po' più a lungo gli alimenti. Un esempio mirabile, quello delle fosse della neve, della straordinaria capacità adattativa delle antiche maestranze agricole a una natura difficle ancorché generosa di frutti.

10 curiosità sull'isola d'Ischia
Il regno sotterraneo di Agharti

L'Epomeo, oltre che per gli aspetti geologici, è celebre per essere al centro di numerose storie. Tra queste, senza dubbio la più famosa, è la leggenda che vuole l'eremo di San Nicola una delle porte di ingresso per il centro della terra. Non mancano, a riguardo, cartografie liberamente ispirate alla "Teoria della Terra Cava", secondo cui, appunto, il centro della terra sarebbe abitato da una civiltà millenaria, gli Agharti, cui apparterrebbero anche i disco volanti periodicamente avvistati in giro per il mondo, Ischia compresa. Un racconto di fantascienza che però ha un seguito letterario internazionale e un ritorno turistico che tocca pure l'isola d'Ischia.

10 curiosità sull'isola d'Ischia

I fratelli Sanfilippo

L'apporto prezioso di potassio, unitamente all'ottima capacità drenante, sono due motivi per cui i terreni tufacei dell'isola d'Ischia sono, da sempre, indicati per la viticoltura. I pericoli erano - e tuttora sono - le numerose malattie della vite. Due in particolare, assai diffuse nella seconda metà dell'800: l'oidio, meglio conosciuto come mal bianco, e la filossera, vere e proprie calamità naturali per i vigneti dell'epoca. Almeno fino all'arrivo sull'isola, nel 1855, dei fratelli Sanfilippo che grazie al loro prodotto a base di zolfo risollevarono le sorti di un "fetido ed appassito Lazzaro quatriduano" secondo la definizione che lo storico locale Giuseppe D'Ascia diede del paesaggio del vino sull'isola d'Ischia nella seconda metà dell''800. In cambio, però, i tre fratelli provenienti dall'arcipelago delle Eolie, non ottennero dai vignaiuoli ischitani quanto pattuito prima del trattamento. Un'onta terribile che costò la morte di crepacuore a uno dei tre, in memoria del quale fu eretta un'edicola votiva in Via Nuova De' Conti a Ischia Porto.

10 curiosità sull'isola d'Ischia

L'anarchico Gino Lucetti

Sono tante le storie che hanno attraversato il '900 dell'isola d'Ischia. Ce n'è una, però, su cui finalmente si è tornati a discutere dopo anni di oblio, ed è la vicenda dell'anarchico Gino Lucetti da Carrara, morto sul porto d'Ischia il 17 settembre 1943 sotto i colpi di un violento bombardamento tedesco. Lucetti, che nel 1926 aveva attentato alla vita di Benito Mussolini nei pressi della breccia di Porta Pia in Roma, si trovava a Ischia dopo l'intervento alleato e l'armistizio firmato appena nove giorni prima (8 settembre 1943) di trovare la morte. Insieme a lui, il diciottenne Francesco Buono, desideroso di apprendere dalla viva voce del protagonista i momenti concitati del tentato omicidio del Duce e i successivi anni di prigionia sulla vicina isola di Santo Stefano. Purtroppo, però, le bombe tedesche non diedero scampo ai due, stroncando la giovane vita di Francesco Buono e il desiderio, invece, di farsene finalmente un'altra, dell'anarchico Lucetti.

Rachele Mussolini al confino

Dopo la II guerra mondiale, Rachele Guidi, vedova di Benito Mussolini, venne mandata al confino sull'isola d'Ischia, per la precisione a Forio, in una casa poco distante dal Torrione, la più grande delle torri saracene disseminate per il paese. Insieme a lei, i figli Romano, Vittorio e Annamaria, perfettamente inseriti nella vita libera e un po' selvaggia dei ragazzi del posto. Quasi 10 anni trascorsi all'ombra del Torrione senza grande clamore, eccezion fatta per un'intervista rilasciata al giornalista de "Il Messaggero" Bruno D'Agostini e per il ritratto pubblico - tuttavia edito molti anni dopo - che ne fece lo scrittore statunitense Truman Capote in vacanza sull'isola d'Ischia insieme al compagno Jack Dunphy. "La vedova del dittatore morto e tre dei suoi figli – scriveva l'autore di "Colazione da Tiffany" – vivono qui in una specie di esilio volontario, immagino. Non è difficile vedere la signora Mussolini che, in tutto simile alle donne dell’isola, vestita poveramente di nero, si trascina su per la salita, un po' piegata da una parte per il peso della borsa della spesa. Il suo viso non ha quasi espressione, ma una volta l’ho vista sorridere. Passava per il paese un uomo con un pappagallo che pescava pianeti della fortuna da un vaso di vetro, e la signora Mussolini, fermatasi a consultarlo, lesse il proprio futuro, mentre sulle labbra le si disegnava un sorriso appena accennato, leonardesco“.

10 curiosità sull'isola d'Ischia
L'isola dei morti di Arnold Böcklin

Per molti anni si è ritenuto che l'isolotto dipinto nel celebre "Die Toteninsel" di Arnold Böcklin (1827 - 1901) fosse l’isola di Pontikonissi (Isola dei topi), davanti la costa di Corfù, in Grecia. Qualcun altro sosteneva, invece, si trattasse dell'isola di San Giorgio a largo delle coste della Repubblica di Montenegro, nell'ex Jugoslavia; nessuno, però, prima dello scrittore e storico dell’arte Hans Holenweg aveva mai fatto cenno al Castello Aragonese come probabile fonte d'ispirazione per una delle opere più famose al mondo. Il parere di Holenweg non è uno tra i tanti, dal momento che questo studioso svizzero è il fondatore e curatore personale dell’archivio completo delle opere e della vita di Böcklin. Il giudizio, inoltre, muove dalla circostanza che l'artista nel 1879, l'anno precedente la prima delle 5 versioni del quadro, effettuò un periodo di cure termali sull'isola d'Ischia, soggiornando in una pensione dalle parti di Ischia Ponte. Da qui la familiarità con il maniero di Alfonso V d'Aragona, cui va aggiunta la consuetudine dei pescatori di Ischia Ponte di seppellire i propri morti in un piccolo cimitero adiacente la Torre Guevara a Cartaromana. Ambienti e scene che sarebbero poi stati trasferiti e reinterpretati su tela dando vita a un'opera dal fascino esoterico di cui si innamorò, tra gli altri, Adolph Hitler, il fuhrer del nazismo.

10 curiosità sull'isola d'Ischia
 La Pietra della Nave

Uno scoglio leggendario, addirittura, secondo lo storico Philippe Champault, la galea che Alcinoo, re dei Feaci, mise a disposizione di Ulisse nel viaggio di ritorno a Itaca. La nave, tuttavia, venne pietrificata da Poseidone furente per non esser riuscito a fermare l'eroe responsabile della morte del figlio, il ciclope Polifemo. Ovviamente, la collocazione sull'isola del racconto omerico parte dall'assunto, sposato dallo storico francese, secondo cui "Scheria" la terra dei mitici Feaci, fosse in realtà Ischia e non Corfù, come sostenuto dal connazionale Vittorio Berard.

10 curiosità sull'isola d'Ischia
Acidificazione del mare

Per anni Ischia ha rappresentato il confine climatico per le specie marine che abitano il Mediterraneo meridionale e quelle che, invece, di norma popolano il Mediterraneo settentrionale. Da qui un'importante serie di ricerche per monitorare migrazione, variazione e composizione delle specie presenti nel nostro mare; studi fondamentali, tra l'altro, per l'istituzione, nel 2007, dell'Area Marina Protetta Regno Di Nettuno. Negli ultimi tempi, tuttavia, si è aggiunto un altro interessantissimo ambito di studio: il sito subacqueo del Castello Aragonese è stato scelto, infatti, dalla comunità scientifica, come uno dei campi di studio del complesso fenomeno dell'acidificazione dei mari. Nel sito in questione sono presenti emissioni di biossido di carbonio (CO2), uno dei gas responsabili dell'“Effetto Serra”, e perciò lo studio dell'acidificazione dei mari può serivire da metro di valutazione per simulare gli effetti futuri di un'intensificazione del fenomeno nell'atmosfera terrestre.

10 curiosità sull'isola d'Ischia

16/08/17

Coniglio all'Ischitana

Sarà senz'altro strano, ma e' cosi': il piatto ischitano piu' classico non è una pietanza a base di pesce, bensì il coniglio. Il sugo è l'ideale per condire la pasta (la ricetta classica prevede i bucatini!), completata con prezzemolo (o basilico) e abbondante parmigiano grattugiato al momento.

Il coniglio è ancora oggi la specialità gastronomica locale e la domenica è sulle tavole di molte famiglie. E' stato sempre il piatto D.O.C. della tradizione gastronomica di Ischia. Il segreto di tanto successo, il cui profumo inconfondibile si diffonde nell'aria, è da ricercare in due arnesi "indispensabili"tegame di terracotta ("'u tiano") e cucina a legna, cose che in qualche casa di campagna, ancora oggi, è possibile trovare.

Coniglio all'Ischitana

Il coniglio selvatico era un tempo l'animale più diffuso sull'Isola. Il D'Ascia dice che "l'isola ne era infestata quando la colonia dei Siciliani venne a popolarli", verso il 47Oa.C. Due erano le specie: il coniglio leporino (con caratteri simili a quelli della lepre) e il coniglio sorcigno (con caratteri simili a quelli del sorcio). I sovrani aragonesi e i marchesi del Vasto spesso andavano a caccia di conigli leporini. Oggi il coniglio non è più tanto selvatico e molte famiglie che abitano in campagna amano allevarlo in gabbia. Ma un tempo si allevava in un fosso scavato in un terreno a circa due metri di profondità. Lì i conigli crescevano e si moltiplicavano.

Bucatini al sugo di coniglio all'Ischitana
Quando il contadino gettava l'erba nel fosso, i conigli uscivano dalla tana per mangiarla ed egli, seminascosto, li contava, perché in pochi mesi il fosso si riempiva di conigli di varia grandezza e colore. Per catturarli bisognava chiudere la tana e ciò avveniva di notte sfruttando il chiarore della luna: si fissavano due paletti lateralmente alla tana, poi veniva fatta scivolare silenziosamente una tavola che, trattenuta dai paletti, ostruiva la tana. Il contadino allora scendeva nel fosso per mezzo di una scala, prendeva i conigli che gli erano necessari per il pranzo e li affidava alla padrona che li cucinava con cura

Coniglio all'Ischitana
Dove mangiare il coniglio all'Ischitana

Bracconiere  - Via Falanga, 1, 80070 Serrara Fontana, Isola d'Ischia, Italia
Ristorante Bellavista - Via Montecorvo 75, 80075 Forio, Isola d'Ischia, Italia
Il Focolare - Via Cretaio, Casamicciola Terme, Isola d'Ischia, Italia

27/07/17

Ischia, quattro giorni sulle tracce della storia

L'itinerario che vi proponiamo vi porterà alla scoperta della storia dell'isola di Ischia, attraverso luoghi spettacolari che si snodano tra terra e mare. Dai coloni Greci ai moti della rivoluzione napoletana, dall'epoca dei pirati al matrimonio di Vittoria Colonna con Ferrante D'avalos, duemila anni di storia hanno lasciato numerose tracce sul corpo verde dell'isola di Ischia.

Primo giorno

Il tour Ischia tra storia e mito comincia da Lacco Ameno, perchè è qui che inizia un periodo importantissimo per l'isola di Ischia, e non solo.

Nell'VIII secolo a.C. i coloni greci, provenienti dall'Eubea, sbarcarono a Lacco Ameno e vi fondarono Pithecusae, la prima colonia greca d'Occidente.

Per avere un'idea topografica di Pithecusae giungete a Lacco Ameno e recatevi sulla collina di Monte Vico: qui era l'acropoli greca con le dimore patrizie e qui, su questa bella collina negli anni '50 vennero alla luce durante degli scavi archeologici importantissimi reperti, tra cui la celebre Coppa di Nestore. Poi vi consigliamo di recarvi a san Montano, la bella baia dove oggi ci si reca soprattutto per fare il bagno, a quell'epoca era una grande necropoli.

Ischia, quattro giorni sulle tracce della storia
La necropoli si estendeva per almeno 500 metri in lunghezza; la larghezza è di circa 150 metri all'estremità verso mare; l'area interessata, di forma approssimativamente triangolare, misura pertanto più di 50.000 mq; questa necropoli venne utilizzata per mille anni, tra l'VIII secolo a. C. e il III d. C.

Dopo aver visto i luoghi di Pitecusae è il momento di andare ad osservare i reperti archeologici – non soltanto di epoca greca – che sono conservati nel museo di Pithecusae presso la Villa Arbusto a Lacco Ameno.

Per completare il quadro “archeologico” dell'isola bisogna il museo adiacente la chiesa di Santa Restituta, nella piazza del centro storico di Lacco Ameno.

Secondo giorno

Il secondo giorno lo dedicheremo alla storia medioevale e moderna; il punto di partenza sarà il Castello Aragonese.

Essendo stato il Castello densamente abitato dal XIII al XVII secolo circa, rappresenta un concentrato di storia isolana.

Tra le cose su cui soffermarsi c'è la cattedrale diroccata, perchè qui nel dicembre del 1509 Vittoria Colonna andò in sposa a Ferrante D'Avalos; la cripta affrescata della cattedrale, il cimitero della monache con gli scolatoi in pietra, dove venivano messi i cadaveri delle monache a consumarsi lentamente, mentre le sorelle vive si recavano a pregare, un “memento mori” molto forte, secondo l'uso del tempo.

Lasciato il Castello soffermatevi anche ad Ischia ponte, ricca di palazzi antichi.

Da non perdere: Palazzo Malcovati, - ci si giunge percorrendo la stradina adiacente la farmacia - costruito in parte nel mare; detto anche Scuopolo, il palazzo risale alla seconda metà del XVI secolo, ed aveva originariamente scopo difensivo.

Ischia, quattro giorni sulle tracce della storia
Palazzo Lanfreschi dei Marchesi di Bellarena, degli inizi del XVIII secolo.

Palazzo Lauro, sempre del '700, per molti anni sede dei governatori dell’isola.

Palazzo dell’Orologio, antica sede municipale e Palazzo Scalfati che si trova proprio all'inizio di Ischia ponte, anche questo un bell'esempio di architettura del '700.

Lasciate Ischia ponte e dirigetevi sulla vicina collina di Cartaromana, che potrete raggiungere a piedi attarverso via Soronzano, oppure – in estate - con taxi boat
per visitare la Torre di Guevara della fine del '400.

Internamente affrescata, la Torre era celebre soprattutto per il suo splendido giardino- ninfario alimentato da una sorgente dismessa celebrata da Giovanni Boccaccio nella V giornata del Decameron. Oggi dell'antico giardino c'è poca traccia, ma rimane comunque uno splendido luogo.

Terzo giorno

Il terzo giorno ci sposteremo a Forio, terra di incursioni piratesche tremende, tanto che vennero costruite tante torri di avvistamento - di cui oggi rimangono circa una decina.

Da visitare il Torrione, costruito nel 1480 è la prima e più importante fortificazione presente sul territorio del comune di Forio.

Una passeggiata per il centro storico di Forio vi pernetterò di ammirare pregevoli esempi di architettura civile come Palazzo Biondi, fine XVII sec.

Ischia, quattro giorni sulle tracce della storia
E – in una stradina laterale che porta al porto di Forio: Palazzo Covatta, dalla interessante facciata traforata.

Forio la visita si concluderà con la Chiesa del Soccorso, bellissimo esempio di architettura religiosa, che domina il mare e l'abitato di Forio.

Quarto giorno

Il quarto giorno lo dedicheremo al centro storico di Ischia dove partendo dal sagrato della chiesa di San Pietro, cominceremo un viaggio nell'Ottocento;

sul sagrato della chiesa furono infatti giustiziati aderenti alla rivoluzione napoletana del 1799, tra cui Pasquale Battistessa.

Poi dirigendoci verso il porto visiteremo Palazzo Reale.

Questo palazzo risale al '700, originariamente apparteneva alla famiglia Buonocore;
ma il re di Napoli se ne incapriccò e lo volle per sé.

Ischia, quattro giorni sulle tracce della storia
ll passaggio del Casino ai Borbone è sempre stato avvolto dal mistero. Vari autori sostengono che esso sia avvenuto per donazione, ma è certo che, anche se l’acquisizione avvenne in tal modo, non si trattò assolutamente di un atto spontaneo.

Subito dopo l’acquisizione, Ferdinando IV decise di affidare all’architetto di maggiore prestigio di quel tempo, ossia Carlo Vanvitelli, l’incarico di elaborare un progetto di sistemazione.

Dai Giardini della Reggia si può ammirare il porto di Ischia: un ex lago vulcanico che venne trasformato in porto nel 1854! L'inaugurazione avvenne il 17 settembre 1854 con una festa in pompa magna, alla maniera dei Borbone!

09/07/17

Il Calise ischia

Oggi vi vogliamo presentare un luogo, un bar, una pasticceria, un mito dell'isola di Ischia, il Calise.

Il Calise Ischia
Il bar Calise d’Ischia ha aperto alla fine degli anni sessanta nella sede attuale di piazza degli eroi. A quei tempi la piazza non aveva l’importanza nevralgica d’oggi ma era soltanto un luogo tranquillo a ridosso della pineta. Nel corso degli anni la struttura Ha conosciuto numerosi cambiamenti ed ammodernamenti fino ad arrivare al 1990 anno nel quale si è svolto l’ultimo ammodernamento.

Il Calise Ischia
Oggi la struttura è diventata un luogo di ritrovoappuntamento, dove andare prima o dopo il cinema per un aperitivo o per gustare numerosi desserts. L’ambiente è sicuramente di gusto europeo e ci si può immergere in una tranquilla serata ascoltando le canzoni della tradizione napoletana immersi in un giardino senza eguali. Ma il bar Calise vuol dire soprattutto desserts, vi potete trovare più di 50 tipi di torte ed una vastissima scelta di pasticceria fresca e biscotteria dai babà alla famosa pastiera ed alle nostre torte a base di fragoline fresche.

La Storia

L’attività è iniziata dai primi del 900 con i nonni degli attuali proprietari.

Era un piccolo bar-coloniali situato in Casamicciola alla Piazza Marina n. 26, dove si trova tutt’ora, vicino al porto e destinato a quei pochi clienti, per lo più commercianti di vino e di prodotti agricoli, che andavano a Napoli a vendere le loro mercanzie.

Dal 1925 subentrò il padre degli attuali proprietari, Francesco, che è il vero fondatore della ditta.

Aveva frequentato corsi di pasticceria a Napoli presso i migliori pasticceri dell’epoca e, ritornato a Casamicciola, si sposò con Mazzella Elisabetta ed insieme iniziarono la grande avventura del “Bar Calise”.

Il Calise Ischia
Il Cav. Francesco era addetto alla produzione di pasticceria e la moglie con l’aiuto di un barista dirigeva le vendite.

Nel frattempo erano nati i figli: MariannaEmidioElsa e Maria che pian piano aiutavano i genitori ed imparavano il duro mestiere di imprenditore.

Si giunge così al 1960, anno in cui si pensò di acquisire un terreno ad Ischia a Piazza degli Eroi per costruire un bar in previsione del grande sviluppo che si stava verificando in quel Comune.

Acquisirono il terreno, venne costruito un piccolo bar, poco più grande di un stanza con annesso, nel piano sottostante, un mini laboratorio.

La direzione fu affidata al figlio Emidio che, avendo completato gli studi, era pronto per dirigere il nuovo complesso.

I primi tempi furono duri ma poi il tempo ha dato ragione alle previsioni fatte ed oggi è il più grande complesso ad Ischia con un bellissimo giardino tropicale dotato di bar-pasticceria-gelateria-rosticceria nonché d’estate di un caffè-concerto all’aperto ed un piccolo gazebo dove si possono degustare meravigliose sfogliatelle, cornetti e cappuccino fino all’alba.

Il Calise Ischia
Nel 1969 venne rilevato in Casamicciola “EL CAPRICHO DE CALISE” vicinissimo al nuovo porto turistico che è aperto solo d’estate e dove si possono assaggiare trenta tipi di pizze e ballare con la musica dolce del pianoforte o ascoltare le più belle melodie napoletane al suono di chitarra.

Dal 1999 la direzione del laboratorio di pasticceria è stata affidata a Michele, figlio di Marianna, che ha perfezionato la sua preparazione seguendo corsi di pasticceria in Italia e all’estero, dando cosi un’impronta più moderna ed internazionale alla  produzione.

Dal 2003 si sono ampliati i punti vendita con l’apertura del bar “Calise al porto”, posto sul Porto d’Ischia e meta di passaggio di tutti i turisti.

Nel 2005 al locale di Piazza degli Eroi si è aggiunto il night “O Spasso” di tipo arabeggiante.

Il Calise Ischia
La pasticcieria

È importante sottolineare come il gruppo Calise dia una forte impronta alla pasticceria e gelateria.

Tutti i pasticcieri seguono corsi di specializzazione per essere al passo con i tempi, ed oggi formano un gruppo unico per affiatamento e competenza .

Molto importante è la scelta delle materie prime selezionate che si riflette nell’altissima qualità della produzione che è priva di conservanti in quanto si crede nella linea naturale dell’alimentazione.

Il Calise Ischia

20/06/17

Ischia, quattro giorni sulle tracce della storia

L'itinerario che vi proponiamo vi porterà alla scoperta della storia dell'isola di Ischia, attraverso luoghi spettacolari che si snodano tra terra e mare. Dai coloni Greci ai moti della rivoluzione napoletana, dall'epoca dei pirati al matrimonio di Vittoria Colonna con Ferrante D'avalos, duemila anni di storia hanno lasciato numerose tracce sul corpo verde dell'isola di Ischia.

Primo giorno

Il tour Ischia tra storia e mito comincia da Lacco Ameno, perchè è qui che inizia un periodo importantissimo per l'isola di Ischia, e non solo.

Nell'VIII secolo a.C. i coloni greci, provenienti dall'Eubea, sbarcarono a Lacco Ameno e vi fondarono Pithecusae, la prima colonia greca d'Occidente.

Per avere un'idea topografica di Pithecusae giungete a Lacco Ameno e recatevi sulla collina di Monte Vico: qui era l'acropoli greca con le dimore patrizie e qui, su questa bella collina negli anni '50 vennero alla luce durante degli scavi archeologici importantissimi reperti, tra cui la celebre Coppa di Nestore. Poi vi consigliamo di recarvi a san Montano, la bella baia dove oggi ci si reca soprattutto per fare il bagno, a quell'epoca era una grande necropoli.

Ischia, quattro giorni sulle tracce della storia
La necropoli si estendeva per almeno 500 metri in lunghezza; la larghezza è di circa 150 metri all'estremità verso mare; l'area interessata, di forma approssimativamente triangolare, misura pertanto più di 50.000 mq; questa necropoli venne utilizzata per mille anni, tra l'VIII secolo a. C. e il III d. C.

Dopo aver visto i luoghi di Pitecusae è il momento di andare ad osservare i reperti archeologici – non soltanto di epoca greca – che sono conservati nel museo di Pithecusae presso la Villa Arbusto a Lacco Ameno.

Per completare il quadro “archeologico” dell'isola bisogna il museo adiacente la chiesa di Santa Restituta, nella piazza del centro storico di Lacco Ameno.

Secondo giorno

Il secondo giorno lo dedicheremo alla storia medioevale e moderna; il punto di partenza sarà il Castello Aragonese.

Essendo stato il Castello densamente abitato dal XIII al XVII secolo circa, rappresenta un concentrato di storia isolana.

Tra le cose su cui soffermarsi c'è la cattedrale diroccata, perchè qui nel dicembre del 1509 Vittoria Colonna andò in sposa a Ferrante D'Avalos; la cripta affrescata della cattedrale, il cimitero della monache con gli scolatoi in pietra, dove venivano messi i cadaveri delle monache a consumarsi lentamente, mentre le sorelle vive si recavano a pregare, un “memento mori” molto forte, secondo l'uso del tempo.

Lasciato il Castello soffermatevi anche ad Ischia ponte, ricca di palazzi antichi.

Da non perdere: Palazzo Malcovati, - ci si giunge percorrendo la stradina adiacente la farmacia - costruito in parte nel mare; detto anche Scuopolo, il palazzo risale alla seconda metà del XVI secolo, ed aveva originariamente scopo difensivo.

Ischia, quattro giorni sulle tracce della storia
Palazzo Lanfreschi dei Marchesi di Bellarena, degli inizi del XVIII secolo.

Palazzo Lauro, sempre del '700, per molti anni sede dei governatori dell’isola.

Palazzo dell’Orologio, antica sede municipale e Palazzo Scalfati che si trova proprio all'inizio di Ischia ponte, anche questo un bell'esempio di architettura del '700.

Lasciate Ischia ponte e dirigetevi sulla vicina collina di Cartaromana, che potrete raggiungere a piedi attarverso via Soronzano, oppure – in estate - con taxi boat
per visitare la Torre di Guevara della fine del '400.

Internamente affrescata, la Torre era celebre soprattutto per il suo splendido giardino- ninfario alimentato da una sorgente dismessa celebrata da Giovanni Boccaccio nella V giornata del Decameron. Oggi dell'antico giardino c'è poca traccia, ma rimane comunque uno splendido luogo.

Terzo giorno

Il terzo giorno ci sposteremo a Forio, terra di incursioni piratesche tremende, tanto che vennero costruite tante torri di avvistamento - di cui oggi rimangono circa una decina.

Da visitare il Torrione, costruito nel 1480 è la prima e più importante fortificazione presente sul territorio del comune di Forio.

Una passeggiata per il centro storico di Forio vi pernetterò di ammirare pregevoli esempi di architettura civile come Palazzo Biondi, fine XVII sec.

Ischia, quattro giorni sulle tracce della storia
E – in una stradina laterale che porta al porto di Forio: Palazzo Covatta, dalla interessante facciata traforata.

Forio la visita si concluderà con la Chiesa del Soccorso, bellissimo esempio di architettura religiosa, che domina il mare e l'abitato di Forio.

Quarto giorno

Il quarto giorno lo dedicheremo al centro storico di Ischia dove partendo dal sagrato della chiesa di San Pietro, cominceremo un viaggio nell'Ottocento;

sul sagrato della chiesa furono infatti giustiziati aderenti alla rivoluzione napoletana del 1799, tra cui Pasquale Battistessa.

Poi dirigendoci verso il porto visiteremo Palazzo Reale.

Questo palazzo risale al '700, originariamente apparteneva alla famiglia Buonocore;
ma il re di Napoli se ne incapriccò e lo volle per sé.

Ischia, quattro giorni sulle tracce della storia
ll passaggio del Casino ai Borbone è sempre stato avvolto dal mistero. Vari autori sostengono che esso sia avvenuto per donazione, ma è certo che, anche se l’acquisizione avvenne in tal modo, non si trattò assolutamente di un atto spontaneo.

Subito dopo l’acquisizione, Ferdinando IV decise di affidare all’architetto di maggiore prestigio di quel tempo, ossia Carlo Vanvitelli, l’incarico di elaborare un progetto di sistemazione.

Dai Giardini della Reggia si può ammirare il porto di Ischia: un ex lago vulcanico che venne trasformato in porto nel 1854! L'inaugurazione avvenne il 17 settembre 1854 con una festa in pompa magna, alla maniera dei Borbone!