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30/08/17

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata

Se parlate con un procidano, di quelli che conoscono a menadito la storia dell’isola, vi dirà solo alla fine che la fortezza di Terra Murata è stata - anche - un penitenziario. Il racconto indugerà sull’origine rinascimentale del palazzo realizzato nel 1563 da Innico D’Avalos, e ancora sul successivo decentramento abitativo che nel ‘700 diede il là al complesso sistema dei Casali attorno la fortezza (Casale Vascello, Marina Grande, la Corricella). In altri termini, è chiaro il tentativo di non appiattire la storia del Castello di Procida su un particolare durato "soltanto" 150 anni, tanto lungo è stato il periodo durante il quale il complesso di Terra Murata è stato "esclusivamente" una prigione. Prima con i Borbone e poi con lo Stato italiano.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Non che fare emergere gli aspetti legati alla storia politica e urbanistica dell’isola sia un’operazione sbagliata - tutt’altro - e però quando si mette piede per la prima volta nell’ex carcere di Procida sembra di sentire ancora il tintinnio delle chiavi delle guardie e le voci dei detenuti che vi sono stati rinchiusi fino al 1988. Molti per omicidio, come Frank Mannino, storico esponente della Banda Giuliano. Quasi tutti impegnati nelle diverse attività lavorative previste dal regime carcerario: soprattutto l’agricoltura, e poi le telerie e l’officina meccanica appena dopo l’ingresso nell’istituto di pena.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Insieme agli ambienti del carcere (le celle multiple, quelle singole, i corridoi, le torrette di guardia, gli alloggi dei secondini) sono il vento e il panorama struggente gli altri elementi di fascinazione di un luogo duro e bellissimo allo stesso tempo: un’"isola nell’isola" come titola il libro scritto dal Dott. Giacomo Retaggio per 25 anni medico del carcere di Procida.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Ebbene, quest’"isola nell’isola" diverrà il volano del definitivo sviluppo turistico di Procida. Almeno queste sono le intenzioni dell’amministrazione comunale che nel 2013 ha acquisito il bene dal demanio e nel 2014 lo ha aperto per la prima volta (una tantum) al pubblico.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Noi siamo andati a vedere questo "luogo della memoria" che si appresta, negli anni a venire, a essere trasformato in un complesso turistico (albergo, sale congressi, ristorazione, intrattenimento, benessere) e culturale (percorso museale, scuola e spazi per master, laboratori, vigna orto e parco). Sperando che insieme alla "nuova" vocazione turistica dell’area, anche le numerose tracce della precedente destinazione d’uso vengano adeguatamente valorizzate. Come testimoniano le immagini, non farlo sarebbe un errore.

Magia dell’isola di Procida!!!

18/08/17

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"

Abbiamo più volte ribadito la complementarietà di Ischia al territorio che la circonda; ProcidaCapri, la Costiera, Napoli, sono un importante valore aggiunto per l'isola e, del resto, chi viene in vacanza a Ischia, quasi sempre, dedica una parte del suo tempo alla scoperta delle meraviglie del golfo più bello del mondo. Tra le tantissime cose da vedere c'è pure il sottosuolo di Napoli. Un'altra città, a detta di molti ancor più affascinante dei vicoli del centro storico da cui vi si accede. L'ingresso di "Napoli Sotterranea" si trova, infatti, su Via dei Tribunali - Piazza San Gaetano per la precisione - a due passi dalla centralissima San Gregorio Armeno, la strada dei presepi e dei pastori.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
Dal Molo Beverello è sufficiente raggiungere Piazza Municipio (o Via Depretis) e prendere la linea Bus R4, direzione Ospedale Cardarelli. La fermata è Piazza Dante da cui, in pochi minuti, proseguendo per Via Port'Alba, si arriva davanti all'entrata per il sottosuolo di Napoli. Sottosuolo che è parte integrante della città, dacché è cresciuto con essa: prima con i Greci, che dalle viscere della città prelevarono il tufo giallo necessario all'edificazione della Neapolis del IV secolo a.C; poi con i Romani, che nel sottosuolo di Napoli realizzarono una mastodontica opera di ingegneria idraulica incanalando le acque del Serino. L'acquedotto romano fu la spinta principale all'estensione della città, al punto che nel 1629, su impulso di un facoltoso nobile napoletano, Cesare Carmignano, si provvide alla costruzione di un nuovo canale per convogliare, stavolta, le acque del fiume Faenza.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
Da questa secolare attività di scavo scaturisce la rete di cunicoli e cisterne di Napoli Sotterranea. Circa 2 milioni di metri quadrati che, durante la seconda guerra mondiale (dismesso, agli inizi del '900, l'approvvigionamento idrico) divennero rifugio di tantissimi napoletani in fuga dai bombardamenti alleati e dalla rappresaglia tedesca. Migliaia di persone stipate 40 metri sotto il livello stradale, in un'altra Napoli nota, fino a 60 anni prima, solo ai "pozzonari" gli addetti alla manutenzione delle cisterne che dalle abitazioni patrizie del centro storico scendevano sotto terra aggrappandosi a una serie di piccoli gradini scavati nelle pareti.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
C'è chi sostiene che la figura del "monacello" - assai diffusa anche a Ischia - derivi da queste maestranze "sui generis" sia per la corporatura, necessariamente minuta, che per l'abbigliamento. I pozzonari, infatti, proprio come la rappresentazione classica del "munaciello", indossavano saio e copricapo per proteggersi dall'elevato tasso di umidità, quasi sempre rasente il 100%. Non solo. Si racconta che spesso sfruttassero la conoscenza delle viscere della città per depredare le case dei nobili; o per intrattenersi, se possibile, con le loro consorti (sic!).

Leggende o no, è un fatto che il sottosuolo di Napoli riserva molte sorprese. Addirittura, un teatro romano inglobato in un tipico "basso" di Vico Cinquesanti. La visita del teatro - in cui pare si esibisse anche il terribile Nerone - rappresenta la seconda parte dell'escursione di "Napoli Sotterranea". Circa due ore per scoprire una parte di Napoli che attira, a ragione, sempre più turisti e visitatori.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
Un incredibile viaggio nella storia di una città che non smette mai di stupire tanta è la storia e l'arte che trasuda da ogni lato del suo enorme centro storico: il più esteso d'Europa; dal 1995 patrimonio dell'Unesco; soprattutto, a poco meno di un'ora di aliscafo dall'isola d'Ischia.

Napoli Sotterranea è visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00. Si effettuano anche visite guidate in lingua inglese. Maggiori informazioni sul sito www.napolisotterranea.org.

08/08/17

Campagnano - Ischia Porto

"Vicus Campagnani" per secoli è stato il fondo agricolo delle famiglie benestanti di Ischia Ponte, l’antico "Borgo di Celsa".

L’antica nobiltà "aenariana" aveva scelto le colline di Campagnano per due ragioni: la fertilità del suolo e l’ampia veduta. La fertilità era - ed è ancora - dovuta alla natura vulcanica del terreno, geologicamente il settore più antico del "Vulcano Ischia". Il panorama, invece, consentiva di avere sott’occhio i possedimenti a valle; oltre che naturalmente godere della vista del Castello Aragonese e delle "sorelle" Procida e Vivara.

Fu così che nel XVIII secolo sorsero numerose case coloniche padronali ancora oggi ricordate nella toponomastica della frazione. Purtroppo la maggior parte di queste case signorili o è stata inglobata in nuove costruzioni, o riadattata radicalmente alle nuove esigenze abitative.

Campagnano - Ischia Porto
Conserviamo però memoria della loro struttura generale. Casa CurciCà MormileCà TavolaCasa Conte sorgevano generalmente a lato (più di rado al centro) dell’appezzamento agricolo e somigliavano in tutto e per tutto alle dimore signorili di città, con la significativa eccezione del pianterreno destinato agli attrezzi agricoli e a tutto quanto il necessario per la difficile arte della vendemmia. I coloni invece abitavano in piccole abitazioni rurali a fianco la casa del padrone.

Un bella testimonianza di queste dimore"inaccessibili" ce la fornisce lo scrittore Giuseppe Orioli, nel suo "Giro indipendente dell’isola d’Ischia". Scrive nel 1930 il compagno di viaggi di Norman 
Douglas:

Campagnano - Ischia Porto
"Se da Campagnano proseguite verso est troverete sulla sinistra un nobile edificio del XVIII secolo con un pozzo al centro del cortile e i balconi panciuti in ferro battuto. Deve essere appartenuto a gente ricca. Ci si domanda chi fosse mai quella gente e che cosa l’avesse indotta a insediarsi in un luogo tanto inaccessibile. Il medesimo sentiero piega ben presto verso sud fino a un luogo detto Mazella, certamente dal nome del suo proprietario, e prosegue ancora divenendo sempre più disagevole, mentre il panorama diventa sempre più bello".

Campagnano - Ischia Porto
Oggi i luoghi non sono più disagevoli, mentre il panorama è ancora bellissimo. Perciò, soprattutto nelle belle giornate di primavera, conviene visitare Campagnano e magari spingersi fino a Piano Liguori, l’antico villaggio rurale a oltre 300 metri sul livello del mare che domina la suggestiva Punta San Pancrazio.

L’escursione da Campagnano a Piano Liguori è uno dei sette itinerari geo-ambientali mappati dal Club Alpino Italiano sull’isola d’Ischia. La partenza è davanti la Chiesa della Ss.Annunziata che si trova al centro della piazzetta del borgo. Una volta lì potete decidere se proseguire per Piano Liguori, imboccando la stradina che corre laterale alla chiesa, o invece guardarvi attorno, magari cominciando proprio col visitare questa bella Parrocchia del '600.

Campagnano - Ischia Porto
Ogni anno, il 28 dicembre, tutt’attorno la chiesa si crea un’atmosfera magica che lascia a bocca aperta i turisti e i residenti che accorrono fin quassù per assistere allo spettacolo del Presepe Vivente di Campagnano.

Un evento che migliora l’offerta turistica invernale di Ischia e ci restituisce il suo volto più autentico: un""isola di terra", animata da un fortissimo sentimento di fede che si manifesta nelle numerose feste e tradizioni popolari che vi si svolgono.

29/04/17

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"

Abbiamo più volte ribadito la complementarietà di Ischia al territorio che la circonda; ProcidaCapri, la Costiera, Napoli, sono un importante valore aggiunto per l'isola e, del resto, chi viene in vacanza a Ischia, quasi sempre, dedica una parte del suo tempo alla scoperta delle meraviglie del golfo più bello del mondo. Tra le tantissime cose da vedere c'è pure il sottosuolo di Napoli. Un'altra città, a detta di molti ancor più affascinante dei vicoli del centro storico da cui vi si accede. L'ingresso di "Napoli Sotterranea" si trova, infatti, su Via dei Tribunali - Piazza San Gaetano per la precisione - a due passi dalla centralissima San Gregorio Armeno, la strada dei presepi e dei pastori.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
Dal Molo Beverello è sufficiente raggiungere Piazza Municipio (o Via Depretis) e prendere la linea Bus R4, direzione Ospedale Cardarelli. La fermata è Piazza Dante da cui, in pochi minuti, proseguendo per Via Port'Alba, si arriva davanti all'entrata per il sottosuolo di Napoli. Sottosuolo che è parte integrante della città, dacché è cresciuto con essa: prima con i Greci, che dalle viscere della città prelevarono il tufo giallo necessario all'edificazione della Neapolis del IV secolo a.C; poi con i Romani, che nel sottosuolo di Napoli realizzarono una mastodontica opera di ingegneria idraulica incanalando le acque del Serino. L'acquedotto romano fu la spinta principale all'estensione della città, al punto che nel 1629, su impulso di un facoltoso nobile napoletano, Cesare Carmignano, si provvide alla costruzione di un nuovo canale per convogliare, stavolta, le acque del fiume Faenza.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
Da questa secolare attività di scavo scaturisce la rete di cunicoli e cisterne di Napoli Sotterranea. Circa 2 milioni di metri quadrati che, durante la seconda guerra mondiale (dismesso, agli inizi del '900, l'approvvigionamento idrico) divennero rifugio di tantissimi napoletani in fuga dai bombardamenti alleati e dalla rappresaglia tedesca. Migliaia di persone stipate 40 metri sotto il livello stradale, in un'altra Napoli nota, fino a 60 anni prima, solo ai "pozzonari" gli addetti alla manutenzione delle cisterne che dalle abitazioni patrizie del centro storico scendevano sotto terra aggrappandosi a una serie di piccoli gradini scavati nelle pareti.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
C'è chi sostiene che la figura del "monacello" - assai diffusa anche a Ischia - derivi da queste maestranze "sui generis" sia per la corporatura, necessariamente minuta, che per l'abbigliamento. I pozzonari, infatti, proprio come la rappresentazione classica del "munaciello", indossavano saio e copricapo per proteggersi dall'elevato tasso di umidità, quasi sempre rasente il 100%. Non solo. Si racconta che spesso sfruttassero la conoscenza delle viscere della città per depredare le case dei nobili; o per intrattenersi, se possibile, con le loro consorti (sic!).

Leggende o no, è un fatto che il sottosuolo di Napoli riserva molte sorprese. Addirittura, un teatro romano inglobato in un tipico "basso" di Vico Cinquesanti. La visita del teatro - in cui pare si esibisse anche il terribile Nerone - rappresenta la seconda parte dell'escursione di "Napoli Sotterranea". Circa due ore per scoprire una parte di Napoli che attira, a ragione, sempre più turisti e visitatori.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
Un incredibile viaggio nella storia di una città che non smette mai di stupire tanta è la storia e l'arte che trasuda da ogni lato del suo enorme centro storico: il più esteso d'Europa; dal 1995 patrimonio dell'Unesco; soprattutto, a poco meno di un'ora di aliscafo dall'isola d'Ischia.

Napoli Sotterranea è visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00. Si effettuano anche visite guidate in lingua inglese. Maggiori informazioni sul sito www.napolisotterranea.org.

29/08/16

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata

Se parlate con un procidano, di quelli che conoscono a menadito la storia dell’isola, vi dirà solo alla fine che la fortezza di Terra Murata è stata - anche - un penitenziario. Il racconto indugerà sull’origine rinascimentale del palazzo realizzato nel 1563 da Innico D’Avalos, e ancora sul successivo decentramento abitativo che nel ‘700 diede il là al complesso sistema dei Casali attorno la fortezza (Casale Vascello, Marina Grande, la Corricella). In altri termini, è chiaro il tentativo di non appiattire la storia del Castello di Procida su un particolare durato "soltanto" 150 anni, tanto lungo è stato il periodo durante il quale il complesso di Terra Murata è stato "esclusivamente" una prigione. Prima con i Borbone e poi con lo Stato italiano.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Non che fare emergere gli aspetti legati alla storia politica e urbanistica dell’isola sia un’operazione sbagliata - tutt’altro - e però quando si mette piede per la prima volta nell’ex carcere di Procida sembra di sentire ancora il tintinnio delle chiavi delle guardie e le voci dei detenuti che vi sono stati rinchiusi fino al 1988. Molti per omicidio, come Frank Mannino, storico esponente della Banda Giuliano. Quasi tutti impegnati nelle diverse attività lavorative previste dal regime carcerario: soprattutto l’agricoltura, e poi le telerie e l’officina meccanica appena dopo l’ingresso nell’istituto di pena.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Insieme agli ambienti del carcere (le celle multiple, quelle singole, i corridoi, le torrette di guardia, gli alloggi dei secondini) sono il vento e il panorama struggente gli altri elementi di fascinazione di un luogo duro e bellissimo allo stesso tempo: un’"isola nell’isola" come titola il libro scritto dal Dott. Giacomo Retaggio per 25 anni medico del carcere di Procida.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Ebbene, quest’"isola nell’isola" diverrà il volano del definitivo sviluppo turistico di Procida. Almeno queste sono le intenzioni dell’amministrazione comunale che nel 2013 ha acquisito il bene dal demanio e nel 2014 lo ha aperto per la prima volta (una tantum) al pubblico.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Noi siamo andati a vedere questo "luogo della memoria" che si appresta, negli anni a venire, a essere trasformato in un complesso turistico (albergo, sale congressi, ristorazione, intrattenimento, benessere) e culturale (percorso museale, scuola e spazi per master, laboratori, vigna orto e parco). Sperando che insieme alla "nuova" vocazione turistica dell’area, anche le numerose tracce della precedente destinazione d’uso vengano adeguatamente valorizzate. Come testimoniano le immagini, non farlo sarebbe un errore.

Magia dell’isola di Procida!!!

17/08/16

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"

Abbiamo più volte ribadito la complementarietà di Ischia al territorio che la circonda; ProcidaCapri, la Costiera, Napoli, sono un importante valore aggiunto per l'isola e, del resto, chi viene in vacanza a Ischia, quasi sempre, dedica una parte del suo tempo alla scoperta delle meraviglie del golfo più bello del mondo. Tra le tantissime cose da vedere c'è pure il sottosuolo di Napoli. Un'altra città, a detta di molti ancor più affascinante dei vicoli del centro storico da cui vi si accede. L'ingresso di "Napoli Sotterranea" si trova, infatti, su Via dei Tribunali - Piazza San Gaetano per la precisione - a due passi dalla centralissima San Gregorio Armeno, la strada dei presepi e dei pastori.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
Dal Molo Beverello è sufficiente raggiungere Piazza Municipio (o Via Depretis) e prendere la linea Bus R4, direzione Ospedale Cardarelli. La fermata è Piazza Dante da cui, in pochi minuti, proseguendo per Via Port'Alba, si arriva davanti all'entrata per il sottosuolo di Napoli. Sottosuolo che è parte integrante della città, dacché è cresciuto con essa: prima con i Greci, che dalle viscere della città prelevarono il tufo giallo necessario all'edificazione della Neapolis del IV secolo a.C; poi con i Romani, che nel sottosuolo di Napoli realizzarono una mastodontica opera di ingegneria idraulica incanalando le acque del Serino. L'acquedotto romano fu la spinta principale all'estensione della città, al punto che nel 1629, su impulso di un facoltoso nobile napoletano, Cesare Carmignano, si provvide alla costruzione di un nuovo canale per convogliare, stavolta, le acque del fiume Faenza.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
Da questa secolare attività di scavo scaturisce la rete di cunicoli e cisterne di Napoli Sotterranea. Circa 2 milioni di metri quadrati che, durante la seconda guerra mondiale (dismesso, agli inizi del '900, l'approvvigionamento idrico) divennero rifugio di tantissimi napoletani in fuga dai bombardamenti alleati e dalla rappresaglia tedesca. Migliaia di persone stipate 40 metri sotto il livello stradale, in un'altra Napoli nota, fino a 60 anni prima, solo ai "pozzonari" gli addetti alla manutenzione delle cisterne che dalle abitazioni patrizie del centro storico scendevano sotto terra aggrappandosi a una serie di piccoli gradini scavati nelle pareti.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
C'è chi sostiene che la figura del "monacello" - assai diffusa anche a Ischia - derivi da queste maestranze "sui generis" sia per la corporatura, necessariamente minuta, che per l'abbigliamento. I pozzonari, infatti, proprio come la rappresentazione classica del "munaciello", indossavano saio e copricapo per proteggersi dall'elevato tasso di umidità, quasi sempre rasente il 100%. Non solo. Si racconta che spesso sfruttassero la conoscenza delle viscere della città per depredare le case dei nobili; o per intrattenersi, se possibile, con le loro consorti (sic!).

Leggende o no, è un fatto che il sottosuolo di Napoli riserva molte sorprese. Addirittura, un teatro romano inglobato in un tipico "basso" di Vico Cinquesanti. La visita del teatro - in cui pare si esibisse anche il terribile Nerone - rappresenta la seconda parte dell'escursione di "Napoli Sotterranea". Circa due ore per scoprire una parte di Napoli che attira, a ragione, sempre più turisti e visitatori.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
Un incredibile viaggio nella storia di una città che non smette mai di stupire tanta è la storia e l'arte che trasuda da ogni lato del suo enorme centro storico: il più esteso d'Europa; dal 1995 patrimonio dell'Unesco; soprattutto, a poco meno di un'ora di aliscafo dall'isola d'Ischia.

Napoli Sotterranea è visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00. Si effettuano anche visite guidate in lingua inglese. Maggiori informazioni sul sito www.napolisotterranea.org.

07/08/16

Campagnano - Ischia Porto

"Vicus Campagnani" per secoli è stato il fondo agricolo delle famiglie benestanti di Ischia Ponte, l’antico "Borgo di Celsa".

L’antica nobiltà "aenariana" aveva scelto le colline di Campagnano per due ragioni: la fertilità del suolo e l’ampia veduta. La fertilità era - ed è ancora - dovuta alla natura vulcanica del terreno, geologicamente il settore più antico del "Vulcano Ischia". Il panorama, invece, consentiva di avere sott’occhio i possedimenti a valle; oltre che naturalmente godere della vista del Castello Aragonese e delle "sorelle" Procida e Vivara.

Fu così che nel XVIII secolo sorsero numerose case coloniche padronali ancora oggi ricordate nella toponomastica della frazione. Purtroppo la maggior parte di queste case signorili o è stata inglobata in nuove costruzioni, o riadattata radicalmente alle nuove esigenze abitative.

Campagnano - Ischia Porto
Conserviamo però memoria della loro struttura generale. Casa CurciCà MormileCà TavolaCasa Conte sorgevano generalmente a lato (più di rado al centro) dell’appezzamento agricolo e somigliavano in tutto e per tutto alle dimore signorili di città, con la significativa eccezione del pianterreno destinato agli attrezzi agricoli e a tutto quanto il necessario per la difficile arte della vendemmia. I coloni invece abitavano in piccole abitazioni rurali a fianco la casa del padrone.

Un bella testimonianza di queste dimore"inaccessibili" ce la fornisce lo scrittore Giuseppe Orioli, nel suo "Giro indipendente dell’isola d’Ischia". Scrive nel 1930 il compagno di viaggi di Norman 
Douglas:

Campagnano - Ischia Porto
"Se da Campagnano proseguite verso est troverete sulla sinistra un nobile edificio del XVIII secolo con un pozzo al centro del cortile e i balconi panciuti in ferro battuto. Deve essere appartenuto a gente ricca. Ci si domanda chi fosse mai quella gente e che cosa l’avesse indotta a insediarsi in un luogo tanto inaccessibile. Il medesimo sentiero piega ben presto verso sud fino a un luogo detto Mazella, certamente dal nome del suo proprietario, e prosegue ancora divenendo sempre più disagevole, mentre il panorama diventa sempre più bello".

Campagnano - Ischia Porto
Oggi i luoghi non sono più disagevoli, mentre il panorama è ancora bellissimo. Perciò, soprattutto nelle belle giornate di primavera, conviene visitare Campagnano e magari spingersi fino a Piano Liguori, l’antico villaggio rurale a oltre 300 metri sul livello del mare che domina la suggestiva Punta San Pancrazio.

L’escursione da Campagnano a Piano Liguori è uno dei sette itinerari geo-ambientali mappati dal Club Alpino Italiano sull’isola d’Ischia. La partenza è davanti la Chiesa della Ss.Annunziata che si trova al centro della piazzetta del borgo. Una volta lì potete decidere se proseguire per Piano Liguori, imboccando la stradina che corre laterale alla chiesa, o invece guardarvi attorno, magari cominciando proprio col visitare questa bella Parrocchia del '600.

Campagnano - Ischia Porto
Ogni anno, il 28 dicembre, tutt’attorno la chiesa si crea un’atmosfera magica che lascia a bocca aperta i turisti e i residenti che accorrono fin quassù per assistere allo spettacolo del Presepe Vivente di Campagnano.

Un evento che migliora l’offerta turistica invernale di Ischia e ci restituisce il suo volto più autentico: un""isola di terra", animata da un fortissimo sentimento di fede che si manifesta nelle numerose feste e tradizioni popolari che vi si svolgono.

21/05/16

Campagnano - Ischia Porto

"Vicus Campagnani" per secoli è stato il fondo agricolo delle famiglie benestanti di Ischia Ponte, l’antico "Borgo di Celsa".

L’antica nobiltà "aenariana" aveva scelto le colline di Campagnano per due ragioni: la fertilità del suolo e l’ampia veduta. La fertilità era - ed è ancora - dovuta alla natura vulcanica del terreno, geologicamente il settore più antico del "Vulcano Ischia". Il panorama, invece, consentiva di avere sott’occhio i possedimenti a valle; oltre che naturalmente godere della vista del Castello Aragonese e delle "sorelle" Procida e Vivara.

Fu così che nel XVIII secolo sorsero numerose case coloniche padronali ancora oggi ricordate nella toponomastica della frazione. Purtroppo la maggior parte di queste case signorili o è stata inglobata in nuove costruzioni, o riadattata radicalmente alle nuove esigenze abitative.

Campagnano - Ischia Porto
Conserviamo però memoria della loro struttura generale. Casa CurciCà MormileCà TavolaCasa Conte sorgevano generalmente a lato (più di rado al centro) dell’appezzamento agricolo e somigliavano in tutto e per tutto alle dimore signorili di città, con la significativa eccezione del pianterreno destinato agli attrezzi agricoli e a tutto quanto il necessario per la difficile arte della vendemmia. I coloni invece abitavano in piccole abitazioni rurali a fianco la casa del padrone.

Un bella testimonianza di queste dimore"inaccessibili" ce la fornisce lo scrittore Giuseppe Orioli, nel suo "Giro indipendente dell’isola d’Ischia". Scrive nel 1930 il compagno di viaggi di Norman 
Douglas:

Campagnano - Ischia Porto
"Se da Campagnano proseguite verso est troverete sulla sinistra un nobile edificio del XVIII secolo con un pozzo al centro del cortile e i balconi panciuti in ferro battuto. Deve essere appartenuto a gente ricca. Ci si domanda chi fosse mai quella gente e che cosa l’avesse indotta a insediarsi in un luogo tanto inaccessibile. Il medesimo sentiero piega ben presto verso sud fino a un luogo detto Mazella, certamente dal nome del suo proprietario, e prosegue ancora divenendo sempre più disagevole, mentre il panorama diventa sempre più bello".

Campagnano - Ischia Porto
Oggi i luoghi non sono più disagevoli, mentre il panorama è ancora bellissimo. Perciò, soprattutto nelle belle giornate di primavera, conviene visitare Campagnano e magari spingersi fino a Piano Liguori, l’antico villaggio rurale a oltre 300 metri sul livello del mare che domina la suggestiva Punta San Pancrazio.

L’escursione da Campagnano a Piano Liguori è uno dei sette itinerari geo-ambientali mappati dal Club Alpino Italiano sull’isola d’Ischia. La partenza è davanti la Chiesa della Ss.Annunziata che si trova al centro della piazzetta del borgo. Una volta lì potete decidere se proseguire per Piano Liguori, imboccando la stradina che corre laterale alla chiesa, o invece guardarvi attorno, magari cominciando proprio col visitare questa bella Parrocchia del '600.

Campagnano - Ischia Porto
Ogni anno, il 28 dicembre, tutt’attorno la chiesa si crea un’atmosfera magica che lascia a bocca aperta i turisti e i residenti che accorrono fin quassù per assistere allo spettacolo del Presepe Vivente di Campagnano.

Un evento che migliora l’offerta turistica invernale di Ischia e ci restituisce il suo volto più autentico: un""isola di terra", animata da un fortissimo sentimento di fede che si manifesta nelle numerose feste e tradizioni popolari che vi si svolgono.

15/05/16

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata

Se parlate con un procidano, di quelli che conoscono a menadito la storia dell’isola, vi dirà solo alla fine che la fortezza di Terra Murata è stata - anche - un penitenziario. Il racconto indugerà sull’origine rinascimentale del palazzo realizzato nel 1563 da Innico D’Avalos, e ancora sul successivo decentramento abitativo che nel ‘700 diede il là al complesso sistema dei Casali attorno la fortezza (Casale Vascello, Marina Grande, la Corricella). In altri termini, è chiaro il tentativo di non appiattire la storia del Castello di Procida su un particolare durato "soltanto" 150 anni, tanto lungo è stato il periodo durante il quale il complesso di Terra Murata è stato "esclusivamente" una prigione. Prima con i Borbone e poi con lo Stato italiano.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Non che fare emergere gli aspetti legati alla storia politica e urbanistica dell’isola sia un’operazione sbagliata - tutt’altro - e però quando si mette piede per la prima volta nell’ex carcere di Procida sembra di sentire ancora il tintinnio delle chiavi delle guardie e le voci dei detenuti che vi sono stati rinchiusi fino al 1988. Molti per omicidio, come Frank Mannino, storico esponente della Banda Giuliano. Quasi tutti impegnati nelle diverse attività lavorative previste dal regime carcerario: soprattutto l’agricoltura, e poi le telerie e l’officina meccanica appena dopo l’ingresso nell’istituto di pena.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Insieme agli ambienti del carcere (le celle multiple, quelle singole, i corridoi, le torrette di guardia, gli alloggi dei secondini) sono il vento e il panorama struggente gli altri elementi di fascinazione di un luogo duro e bellissimo allo stesso tempo: un’"isola nell’isola" come titola il libro scritto dal Dott. Giacomo Retaggio per 25 anni medico del carcere di Procida.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Ebbene, quest’"isola nell’isola" diverrà il volano del definitivo sviluppo turistico di Procida. Almeno queste sono le intenzioni dell’amministrazione comunale che nel 2013 ha acquisito il bene dal demanio e nel 2014 lo ha aperto per la prima volta (una tantum) al pubblico.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Noi siamo andati a vedere questo "luogo della memoria" che si appresta, negli anni a venire, a essere trasformato in un complesso turistico (albergo, sale congressi, ristorazione, intrattenimento, benessere) e culturale (percorso museale, scuola e spazi per master, laboratori, vigna orto e parco). Sperando che insieme alla "nuova" vocazione turistica dell’area, anche le numerose tracce della precedente destinazione d’uso vengano adeguatamente valorizzate. Come testimoniano le immagini, non farlo sarebbe un errore.

Magia dell’isola di Procida!!!

27/04/16

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"

Abbiamo più volte ribadito la complementarietà di Ischia al territorio che la circonda; ProcidaCapri, la Costiera, Napoli, sono un importante valore aggiunto per l'isola e, del resto, chi viene in vacanza a Ischia, quasi sempre, dedica una parte del suo tempo alla scoperta delle meraviglie del golfo più bello del mondo. Tra le tantissime cose da vedere c'è pure il sottosuolo di Napoli. Un'altra città, a detta di molti ancor più affascinante dei vicoli del centro storico da cui vi si accede. L'ingresso di "Napoli Sotterranea" si trova, infatti, su Via dei Tribunali - Piazza San Gaetano per la precisione - a due passi dalla centralissima San Gregorio Armeno, la strada dei presepi e dei pastori.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
Dal Molo Beverello è sufficiente raggiungere Piazza Municipio (o Via Depretis) e prendere la linea Bus R4, direzione Ospedale Cardarelli. La fermata è Piazza Dante da cui, in pochi minuti, proseguendo per Via Port'Alba, si arriva davanti all'entrata per il sottosuolo di Napoli. Sottosuolo che è parte integrante della città, dacché è cresciuto con essa: prima con i Greci, che dalle viscere della città prelevarono il tufo giallo necessario all'edificazione della Neapolis del IV secolo a.C; poi con i Romani, che nel sottosuolo di Napoli realizzarono una mastodontica opera di ingegneria idraulica incanalando le acque del Serino. L'acquedotto romano fu la spinta principale all'estensione della città, al punto che nel 1629, su impulso di un facoltoso nobile napoletano, Cesare Carmignano, si provvide alla costruzione di un nuovo canale per convogliare, stavolta, le acque del fiume Faenza.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
Da questa secolare attività di scavo scaturisce la rete di cunicoli e cisterne di Napoli Sotterranea. Circa 2 milioni di metri quadrati che, durante la seconda guerra mondiale (dismesso, agli inizi del '900, l'approvvigionamento idrico) divennero rifugio di tantissimi napoletani in fuga dai bombardamenti alleati e dalla rappresaglia tedesca. Migliaia di persone stipate 40 metri sotto il livello stradale, in un'altra Napoli nota, fino a 60 anni prima, solo ai "pozzonari" gli addetti alla manutenzione delle cisterne che dalle abitazioni patrizie del centro storico scendevano sotto terra aggrappandosi a una serie di piccoli gradini scavati nelle pareti.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
C'è chi sostiene che la figura del "monacello" - assai diffusa anche a Ischia - derivi da queste maestranze "sui generis" sia per la corporatura, necessariamente minuta, che per l'abbigliamento. I pozzonari, infatti, proprio come la rappresentazione classica del "munaciello", indossavano saio e copricapo per proteggersi dall'elevato tasso di umidità, quasi sempre rasente il 100%. Non solo. Si racconta che spesso sfruttassero la conoscenza delle viscere della città per depredare le case dei nobili; o per intrattenersi, se possibile, con le loro consorti (sic!).

Leggende o no, è un fatto che il sottosuolo di Napoli riserva molte sorprese. Addirittura, un teatro romano inglobato in un tipico "basso" di Vico Cinquesanti. La visita del teatro - in cui pare si esibisse anche il terribile Nerone - rappresenta la seconda parte dell'escursione di "Napoli Sotterranea". Circa due ore per scoprire una parte di Napoli che attira, a ragione, sempre più turisti e visitatori.

Escursione da Ischia: "Napoli Sotterranea"
Un incredibile viaggio nella storia di una città che non smette mai di stupire tanta è la storia e l'arte che trasuda da ogni lato del suo enorme centro storico: il più esteso d'Europa; dal 1995 patrimonio dell'Unesco; soprattutto, a poco meno di un'ora di aliscafo dall'isola d'Ischia.

Napoli Sotterranea è visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00. Si effettuano anche visite guidate in lingua inglese. Maggiori informazioni sul sito www.napolisotterranea.org.

18/11/15

Procida, terra di sole, mare e limoni

Procida è leggera e morbidagalleggia, salperebbe anzi se affetti così antichi e tenaci non la tenessero a Napoli. È di tufo, la pietra che respira, la pietra che vede, la pietra più scoperta, la pietra sughero, la pietra senza segreti. Le case di Procida sono di un bianco latteo, fermo, chiuso; il bianco totale e compatto che esce dal tubetto fra le dita del pittore. Osservate la cupola della chiesa madre: non è dipinta di bianco ma è bianca nell’intero suo spessore, nella sostanza, com’è bianco il gesso. Le case di Procida sono di bucato, un guanciale per il sole

È quanto scriveva Giuseppe Marotta della amata Procida, l’isola che spunta nel mare con le sue antiche case e con il suo verde intenso, prepotente. 

Procida, terra di sole, mare e limoni
A prima vista Procida sembra quasi selvaggia: entrando nel suo porto su cui si affacciano case antiche rose dalla salsedine, il profumo del mare e delle alghe avvolge il turista, mentre il fascino, quasi presepeiale, del suo centro storico strega chiunque vi metta piede. 

Procida - o Prochyta come si chiamava quando venne fondata in epoca greco-romana – è un viaggio a ritroso nel tempo perduto. 

Qui in questo pezzo di terra in mezzo al mare, i borghi colorati di casette di pescatorile stradine, gli alti portoni chiusi su cortili ombrosi, hanno mantenuto intatto l’aspetto rustico e semplice di cento anni fa. 

Ma l’isola scelta da Moravia ed Elsa Morante all’epoca del loro amore, ha anche un ricco patrimonio culturale fatto di palazzi patrizi, chiese e giardini letterari: dal carcere nella zona più alta dell’isola, al castello del XV secolo, al santuario di Santa Maria delle Grazie, ed ancora il borgo medioevale di Terra Murata, l’Abbazia di San Michele (XVIII secolo), il palazzo d’Avalos

Procida, terra di sole, mare e limoni
Passeggiando per le antiche stradine del borgo della Corricella o di Sancio Cattolico, sembrerà di essere ritornati indietro nel tempo, quando la vita scorreva a ritmi più lenti. 

Per questa ragione Procida è stata da sempre meta di intellettualiscrittori e artisti a caccia di armonie naturali. E come contraddirli: la spiaggia della Chiaiolellapunta Solchiaro, l’isolotto di Vivara sono delle vere e proprie oasi di pace, incontaminate. 

Procida poi tutto l’anno sagre e manifestazioni che affondano le radici nelle tradizioni culturali e religiose antichissime come la sagra del Mare – che si svolge tra luglio e agosto; la sagra del pane, del vino nuovo ma anche la bellissima processione del Cristo Morto che si tiene il Venerdì Santo ed i Misteri di Procida che attirano ogni anno migliaia di visitatori. 

Procida, terra di sole, mare e limoni
Tradizioni e storia anche a tavola, in una cucina dal sapore genuino e mediterraneo, come la zuppa di pesce, l’insalata di limoni, i carciofi, la pasta e le lingue di leone, un dolce buonissimo di pasta sfoglia, farcito di crema pasticcera.

Collegamenti frequenti con Aliscafo e Traghetti da Ischia Porto.  

24/08/15

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata

Se parlate con un procidano, di quelli che conoscono a menadito la storia dell’isola, vi dirà solo alla fine che la fortezza di Terra Murata è stata - anche - un penitenziario. Il racconto indugerà sull’origine rinascimentale del palazzo realizzato nel 1563 da Innico D’Avalos, e ancora sul successivo decentramento abitativo che nel ‘700 diede il là al complesso sistema dei Casali attorno la fortezza (Casale Vascello, Marina Grande, la Corricella). In altri termini, è chiaro il tentativo di non appiattire la storia del Castello di Procida su un particolare durato "soltanto" 150 anni, tanto lungo è stato il periodo durante il quale il complesso di Terra Murata è stato "esclusivamente" una prigione. Prima con i Borbone e poi con lo Stato italiano.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Non che fare emergere gli aspetti legati alla storia politica e urbanistica dell’isola sia un’operazione sbagliata - tutt’altro - e però quando si mette piede per la prima volta nell’ex carcere di Procida sembra di sentire ancora il tintinnio delle chiavi delle guardie e le voci dei detenuti che vi sono stati rinchiusi fino al 1988. Molti per omicidio, come Frank Mannino, storico esponente della Banda Giuliano. Quasi tutti impegnati nelle diverse attività lavorative previste dal regime carcerario: soprattutto l’agricoltura, e poi le telerie e l’officina meccanica appena dopo l’ingresso nell’istituto di pena.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Insieme agli ambienti del carcere (le celle multiple, quelle singole, i corridoi, le torrette di guardia, gli alloggi dei secondini) sono il vento e il panorama struggente gli altri elementi di fascinazione di un luogo duro e bellissimo allo stesso tempo: un’"isola nell’isola" come titola il libro scritto dal Dott. Giacomo Retaggio per 25 anni medico del carcere di Procida.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Ebbene, quest’"isola nell’isola" diverrà il volano del definitivo sviluppo turistico di Procida. Almeno queste sono le intenzioni dell’amministrazione comunale che nel 2013 ha acquisito il bene dal demanio e nel 2014 lo ha aperto per la prima volta (una tantum) al pubblico.

Procida: visita all'ex carcere di Terra Murata
Noi siamo andati a vedere questo "luogo della memoria" che si appresta, negli anni a venire, a essere trasformato in un complesso turistico (albergo, sale congressi, ristorazione, intrattenimento, benessere) e culturale (percorso museale, scuola e spazi per master, laboratori, vigna orto e parco). Sperando che insieme alla "nuova" vocazione turistica dell’area, anche le numerose tracce della precedente destinazione d’uso vengano adeguatamente valorizzate. Come testimoniano le immagini, non farlo sarebbe un errore.

Magia dell’isola di Procida!!!

09/06/15

Campagnano - Ischia Porto

"Vicus Campagnani" per secoli è stato il fondo agricolo delle famiglie benestanti di Ischia Ponte, l’antico "Borgo di Celsa".

L’antica nobiltà "aenariana" aveva scelto le colline di Campagnano per due ragioni: la fertilità del suolo e l’ampia veduta. La fertilità era - ed è ancora - dovuta alla natura vulcanica del terreno, geologicamente il settore più antico del "Vulcano Ischia". Il panorama, invece, consentiva di avere sott’occhio i possedimenti a valle; oltre che naturalmente godere della vista del Castello Aragonese e delle "sorelle" Procida e Vivara.

Fu così che nel XVIII secolo sorsero numerose case coloniche padronali ancora oggi ricordate nella toponomastica della frazione. Purtroppo la maggior parte di queste case signorili o è stata inglobata in nuove costruzioni, o riadattata radicalmente alle nuove esigenze abitative.

Campagnano - Ischia Porto
Conserviamo però memoria della loro struttura generale. Casa Curci, Cà Mormile, Cà Tavola, Casa Conte sorgevano generalmente a lato (più di rado al centro) dell’appezzamento agricolo e somigliavano in tutto e per tutto alle dimore signorili di città, con la significativa eccezione del pianterreno destinato agli attrezzi agricoli e a tutto quanto il necessario per la difficile arte della vendemmia. I coloni invece abitavano in piccole abitazioni rurali a fianco la casa del padrone.

Un bella testimonianza di queste dimore"inaccessibili" ce la fornisce lo scrittore Giuseppe Orioli, nel suo "Giro indipendente dell’isola d’Ischia". Scrive nel 1930 il compagno di viaggi di Norman 
Douglas:

Campagnano - Ischia Porto
"Se da Campagnano proseguite verso est troverete sulla sinistra un nobile edificio del XVIII secolo con un pozzo al centro del cortile e i balconi panciuti in ferro battuto. Deve essere appartenuto a gente ricca. Ci si domanda chi fosse mai quella gente e che cosa l’avesse indotta a insediarsi in un luogo tanto inaccessibile. Il medesimo sentiero piega ben presto verso sud fino a un luogo detto Mazella, certamente dal nome del suo proprietario, e prosegue ancora divenendo sempre più disagevole, mentre il panorama diventa sempre più bello".

Campagnano - Ischia Porto
Oggi i luoghi non sono più disagevoli, mentre il panorama è ancora bellissimo. Perciò, soprattutto nelle belle giornate di primavera, conviene visitare Campagnano e magari spingersi fino a Piano Liguori, l’antico villaggio rurale a oltre 300 metri sul livello del mare che domina la suggestiva Punta San Pancrazio.

L’escursione da Campagnano a Piano Liguori è uno dei sette itinerari geo-ambientali mappati dal Club Alpino Italiano sull’isola d’Ischia. La partenza è davanti la Chiesa della Ss.Annunziata che si trova al centro della piazzetta del borgo. Una volta lì potete decidere se proseguire per Piano Liguori, imboccando la stradina che corre laterale alla chiesa, o invece guardarvi attorno, magari cominciando proprio col visitare questa bella Parrocchia del '600.

Campagnano - Ischia Porto
Ogni anno, il 28 dicembre, tutt’attorno la chiesa si crea un’atmosfera magica che lascia a bocca aperta i turisti e i residenti che accorrono fin quassù per assistere allo spettacolo del Presepe Vivente di Campagnano.

Un evento che migliora l’offerta turistica invernale di Ischia e ci restituisce il suo volto più autentico: un""isola di terra", animata da un fortissimo sentimento di fede che si manifesta nelle numerose feste e tradizioni popolari che vi si svolgono.